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Regione, il nodo inestricabile del servizio di Tesoreria: l’extrema ratio è una nuova legge

Una norma ad hoc per sbloccare l’impasse della mancata individuazione dell’operatore: sarà eliminata la previsione del servizio unico “centralizzato”

Pubblicato il: 22/10/2023 – 11:11
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Regione, il nodo inestricabile del servizio di Tesoreria: l’extrema ratio è una nuova legge

CATANZARO Sarà necessario un intervento normativo per sbloccare l’impasse Tesoreria della Regione Calabria. La scelta di procedere al servizio unico “centralizzato”  – che comprendeva Giunta, enti strumentali ed enti del Servizio sanitario della Calabria – per individuare l’operatore economico che doveva diventare il tesoriere si è finora rilevata inutile, perché le varie procedure esperite dalla Cittadella per l’affidamento si sono rivelate inutili, in sostanza un flop. L’ultimo – inutile passaggio – è stato a settembre, con un decreto dirigenziale  del Dipartimento  e Finanze della Regione: un precedente decreto aveva infatti approvato l’elenco degli operatori economici invitati alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio, si trattava di cinque istituti di credito di rilievo nazionale, per la precisione Banca Monte Paschi di Siena, Banca nazionale del Lavoro, Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Unicredit. Ma anche a settembre niente da fare: perché a settembre «non è pervenuta alcuna offerta». Troppo sfavorevoli e soprattutto troppo onerose, per le banche chiamate in causa, le condizioni richieste per adempiere al servizio di Tesoreria. Ora la maggioranza di centrodestra corre ai ripari con una norma contenuta nell’ultima proposta di legge regionale “Omnibus” che di fatto cancella la previsione del servizio unico centralizzato.

L’iter (travagliato)

Quindi, finora, “cercasi (disperatamente)” ma non “trovasi” tesoriere della Regione Calabria. Questo è l’esito di un procedimento particolarmente accidentato. A fine febbraio infatti la Regione Calabria aveva indetto una procedura aperta ad evidenza pubblica «per la quale non è pervenuta alcuna offerta entro i termini stabiliti», scrissero gli uffici. A quanto risulta, in pratica dalle banche eventualmente interessate non arrivò, alla scadenza del 31 marzo scorso, alcuna offerta anche e soprattutto a causa della richiesta da parte della Regione di una anticipazione nei casi di «momentanee esigenze di cassa», richiesta ritenuta dagli istituti eccessivamente onerosa (oltre 1,3 miliardi, 450 milioni solo per la Giunta, si fa intendere da fonti della Cittadella). Da qui la successiva decisione della Regione di correre ai ripari e rimodulare il procedimento, passando dalla procedura aperta a quella negoziata, e senza bando.

Il nuovo avviso e l’ennesimo flop

Arriva quindi questo nuovo tentativo della Regione, che indice una manifestazione di interesse per «avviare un’indagine di mercato per l’invito alla successiva procedura negoziata, senza bando, ai sensi dell’articolo 63, commi 1 e 2 lett. a), del dlgs 50/2016: lo scopo della indagine di mercato era quello di «avviare la procedura di affidamento con i candidati che, in possesso dei requisiti richiesti, si proporranno, senza che ciò possa ingenerare negli operatori alcuna pretesa». L’appalto – si evidenziava  – era costituito da un unico lotto, per un importo stimato in euro 36.375.000,00 (mentre l’importo a base di gara è pari ad euro 24.250.000,00). Per partecipare erano comunque previsti requisiti piuttosto stringenti, sintetizzabili in una notevole solidità finanziaria «al fine – si leggeva poi nell’avviso – di consentire la selezione di un operatore economico affidabile e con esperienza specifica, considerata l’entità, la complessità e la rilevanza sociale delle prestazioni oggetto di gara»: si richiede poi l’espletamento di servizi di Tesoreria per almeno 3 enti del servizio sanitario nazionale, per almeno 3 enti territoriali, regioni e/o provincie e/o Comuni. L’aggiudicazione dell’appalto sarebbe dovuta avvenire con il criterio del minor prezzo. A metà giugno la Regione si determina nel senso di avviare una “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara per l’affidamento del contratto di appalto sopra soglia comunitaria relativo al servizio di tesoreria della Giunta della Regione Calabria, degli enti strumentali e degli enti del Ssr», approvando l’avviso per relativa la manifestazione di interesse per l’invito alla detta procedura negoziata, senza bando: quindi il 4 agosto l’invito ai cinque operatori economici, Banca Monte Paschi di Siena, Banca nazionale del Lavoro, Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Unicredit. Gli istituti – si specificava – «sono stati selezionati tra quelli iscritti nel registro tenuto dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura oppure nel registro delle commissioni provinciali per l’artigianato per attività coerenti con quelle oggetto della presente procedura di gara; iscritti all’Albo della Banca d’Italia e autorizzati all’attività bancaria ; aventi un indicatore CET1 Common Equity Tier 1 ratio (monitorato dalla Bce) superiore all’8% e svolgenti abitualmente servizio di tesoreria per enti pubblici». Tra questi 5 operatori economici si presumeva che sarebbe stato selezionato il nuovo tesoriere della Regione Calabria, dei suoi enti strumentali e delle aziende sanitarie, ma anche stavolta il flop e lo stop: nessuna offerta è stata presentata alla Regione per come ha decretato il 13 settembre il Dipartimento Economia e Finanze.

L’intervento legislativo

Insomma, stallo totale. Per eliminarlo, ecco che spunta una norma ad hoc, che la maggioranza di centrodestra contiene nell’ennesima (confusionaria) “Omnibus” di questa legislatura, Omnibus in arrivo quanto prima in Consiglio regionale per la sua approvazione. La norma è l’articolo 15, che interviene – si legge nella relazione illustrativa – «in un contesto dei mercati finanziari estremamente difficoltoso», per  abrogare la previsione del servizio “centralizzato” di Tesoreria perché «rappresenta un ulteriore elemento di complessità nell’affidamento».  Si evidenzia infatti: «La previsione di un’unica tesoreria regionale, invece di favorire (in termini di economie di scala) la Regione e tutti gli enti, aziende, agenzie regionali, comprese le aziende del servizio sanitario regionale…  li penalizza perché l’intero gruppo sconta l’insostenibilità delle ingenti immobilizzazioni finanziarie richieste all’affidatario. La norma è, quindi, di complessa applicazione, in quanto impedendo la lottizzazione dell’appalto rende inaccettabile, in termini gestori ed economici, lo svolgimento del servizio di tesoreria per l’intero perimetro soggettivo individuato anche da parte di Ati o grandi gruppi bancari. Di fatto – si legge ancora nella relazione alla norma della “Omnibus” –  «si configura una mancanza di appetibilità tale che solo nell’ultimo anno sono andate deserte due procedure per l’affidamento in parola, azzerando le possibilità degli enti di addivenire alla stipula dell’unico contratto». La relazione alla “Omnibus” segnala poi che «è recentemente intervenuta una sentenza del Tar Calabria, che dispone per la Regione Calabria la fissazione del termine finale della Convenzione per la gestione del servizio di tesoreria attualmente in proroga, malgrado l’oggettiva impossibilità di addivenire all’affidamento del servizio, e che costituirà un precedente giurisprudenziale negativo anche per gli altri enti in regime di proroga contrattuale del servizio di tesoreria. Atteso che il servizio di tesoreria costituisce un pubblico servizio essenziale, dal cui espletamento non si può prescindere e che deve necessariamente essere affidato agli operatori del mercato, si ritiene, pertanto, di abrogare la previsione in termini obbligatori dell’unico tesoriere regionale al fine di garantire, nell’interesse di tutti gli enti coinvolti, una maggiore aderenza ai principi generali del favor partecipationis e della tutela delle piccole e medie imprese nell’affidamento degli appalti pubblici sanciti dal Codice degli Appalti». (c. a.)

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