Contesti socioeconomici così diversi da far pensare che «quando si parla di Catanzaro e Bologna non si stia parlando di città dello stesso Paese». È l’impietosa analisi che emerge dal Welfare Index 2023, realizzato dal gruppo Unipol con The European House – Ambrosetti e analizzato dal Sole24Ore. La Calabria si posiziona all’ultimo posto tra le regioni in termini di spesa dedicata ai servizi, con un punteggio di 56,7, ben distante dal’83,3% della Provincia Autonoma di Bolzano. Un divario Nord-Sud che, invece di diminuire, aumenta di anno in anno. Valerio De Molli, ceo di The European House – Ambrosetti, spiega alla rivista economica come ci sia «una forte polarizzazione» tra i due estremi d’Italia, con «26,6 i punti percentuali che separano la Calabria da Bolzano».
La situazione critica della Calabria, secondo la rivista, è evidente in tutti i settori. La percentuale di Neet, giovani che non studiano né lavorano, è del 32% a fronte di una media nazionale del 19%. La disoccupazione si assesta al 14,6%, anche in questo caso il doppio rispetto al resto d’Italia. Spese basse anche per quanto riguarda la sanità e per i servizi che favoriscono la genitorialità e l’inclusione delle donne a lavoro: «se prendiamo gli asili nido, nella spesa media regionale per utente fruitore l’importo si ferma a 2.182 euro, contro una media di 8.913».
La rivista si concentra poi sul caso calabrese, rilevando come le criticità siano alte. «La Calabria ha una performance negativa della sanitaria pubblica pro capite, con 2.041 contro i 2.329 della media nazionale». Classifica invertita se si considera, invece, l’indice di deprivazione abitativa (2,4%). Guadagna le prime posizioni invece per quanto riguarda l’importo medio di reddito e pensione di cittadinanza e la spesa pubblica per consumi finale pere istruzione e formazione.
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