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Dottoressa assassinata nel Reggino, lo sdegno e il dolore della Calabria

Le reazioni dopo l’omicidio di Francesca Romeo. La voce di esponenti politici ed istituzionali, ma anche di organizzazioni

Pubblicato il: 18/11/2023 – 13:37
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Dottoressa assassinata nel Reggino, lo sdegno e il dolore della Calabria

REGGIO CALABRIA Si susseguono le reazioni dopo il delitto di Francesca Romeo, dottoressa 67enne uccisa sulla strada Sp 02 che collega Santa Cristina a Taurianova.
Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria afferma: «Mi auguro che al più presto si faccia luce e giustizia sull’assassinio della dottoressa Francesca Romeo a Santa Cristina d’Aspromonte e sul contestuale ferimento del marito, come lei medico». «A nome di tutto il Pd della Calabria – aggiunge – esprimo sentite condoglianze e piena vicinanza alla famiglia della dottoressa Romeo e all’Ordine dei Medici della provincia reggina». «Davanti all’episodio, la nostra comunità regionale, onesta e operosa, resta unita nella lotta contro la violenza criminale, che – conclude il senatore Irto – non appartiene affatto al popolo calabrese».
Mentre l’Ordine dei Medici della provincia di Reggio Calabria esprime «tutto il suo sdegno e costernazione per la violenza inaudita che ha coinvolto Francesca Romeo, dottoressa di 67 anni, originaria di Seminara e in servizio alla guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, uccisa in un agguato».
Nel ribadire la vicinanza ai familiari, l’ordine dei medici reggini «ritiene inaccettabile questo episodio caratterizzato da una violenza davvero inconcepibile, qualunque sia il motivo che lo abbia determinato e rimane in attesa di conoscere quali possano essere state le cause che hanno determinato questo insano gesto».
«La dottoressa Romeo – si evidenzia – è sempre stata una grande professionista che lavorava presso la postazione di Santa Cristina D’Aspromonte in maniera indefessa, coprendo i turni di guardia in qualsiasi orario e spesso nei giorni festivi. L’Ordine si augura che, a fronte di un delitto così efferato, le indagini della Magistratura possano fare il loro corso per assicurare alla giustizia il responsabile di un gesto così atroce. Si tratta certamente di un atto che colpisce tutta la Sanità della provincia reggina che, peraltro, si trova già in una situazione di grande precarietà».
«Sarebbe davvero preoccupante se questo inqualificabile atto – conclude l’ordine dei medici reggini – potrebbe essere collegato all’ambiente lavorativo».
Mentre il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi si tratta di «un dolore immenso soprattutto per la professionista uccisa e per il marito ferito ma anche per una regione, come la Calabria, che sta conoscendo una primavera di legalità e di rinascita».
«La Calabria piange questa morte confidando che la magistratura sappia fare luce – aggiunge Antoniozzi – e non vuole tornare indietro nel tempo. Tutti noi, dal presidente Occhiuto al sottosegretario Ferro, siamo quotidianamente impegnati a costruire percorsi di legalità contro il crimine e lo fanno soprattutto i cittadini: siamo antitetici alla ndrangheta e convinti che sia il nemico comune di tutte le forze politiche e sociali di una regione ricca di cultura e di tolleranza».
Mentre il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli commenta: «Siamo scioccati dalla notizia del brutale agguato di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, nel quale ha perso la vita una collega mentre il marito, anche lui medico, è rimasto ferito. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, al presidente dell’Ordine di Reggio Calabria , Pasquale Veneziano».
«Siamo fiduciosi nel lavoro delle Forze dell’Ordine – aggiunge – per chiarire il movimento. Resta il fatto che un’altra donna medico è stata uccisa mentre rientrava dal lavoro. Chiediamo tutele, chiediamo sicurezza. Non si può pensare di arginare l’abbandono del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in terre martoriate come la Calabria , se non garantiamo condizioni appropriate per l’esercizio della professione”. “Siamo costernati e sconvolti – afferma il Presidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria , Pasquale Veneziano – per questo omicidio, per il ferimento del collega. Tutto riporta alla memoria altri assassinii che hanno funestato la nostra sanità: Francesca Romeo è la quarta vittima calabrese».
«Non conosciamo ancora il movente di questo atroce delitto – conclude Anelli – non sappiamo se sia o meno legato alla Professione. Se così fosse, ancora una volta, non avremmo saputo proteggere un collega nell’esercizio della sua professione. Qualsiasi intervento sulla sanità calabrese è inutile e disperato, se non viene garantita l’incolumità dei medici, la sicurezza sul lavoro».
Per lo scrittore Santo Gioffrè, ex commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e medico ginecologo a Seminara, il paese d’origine di Francesca Romeo, «È un fatto che ha sconvolto la comunità perché sia ​​Franca Romeo che il dottore Napoli erano conosciuti come persone perbene e molto riservate». 
«Conoscevo Francesca – aggiunge Gioffrè – era una persona professionalmente preparata e disponibile così come il marito lo è altrettanto nel suo lavoro al centro di salute mentale di Palmi. La barbara uccisione di stamattina, dopo che Francesca ha finito il suo turno di lavoro, indica che sono ormai saltati i minimi principi di comunità civile. Uccidere un medico che nella sua natura ha il compito di aiutare le persone, significa che questa terra ha perso qualsiasi connotato di civiltà».
E il consigliere regionale Domenico Giannetta afferma: «Orrore e sgomento per l’agghiacciante agguato in cui ha perso la vita la collega Francesca Romeo, guardia medica in servizio a Santa Cristina d’Aspromonte, mentre faceva rientro a casa, insieme al marito, Antonio Napoli, anche lui medico psichiatra in servizio a Palmi, miracolosamente salvo».
«C’è profondo dolore e incredulità – aggiunge -. Ci auguriamo che si faccia più presto luce su questa vicenda, che ha dell’assurdo. Alla famiglia, agli affetti, ai colleghi e alla comunità di S. Anna di Seminara, le più sentite condoglianze».
Mentre per il consigliere regionale di Azione Francesco De Nisi, «viviamo, ormai, in una società che sta perdendo di vista i basilari valori del vivere civile».
De Nisi, nell’esprimere profonda solidarietà personale e istituzionale alla famiglia delle vittime, pone l’accento «sulle tante e ripetute aggressioni, spesso per ragioni assurde, perpetrate ai danni degli operatori sanitari, medici e infermieri, ogni anno in continuo aumento, nel pronto soccorso, nei reparti, negli ambulatori fino ai medici di fa.
Il consigliere regionale, inoltre, nel mentre ha «parole di  vicinanza alle pacifiche comunità locali coinvolte nella vicenda, compresa Locri dove la coppia viveva, invita le istituzioni e i cittadini «ad alzare la voce con fermezza di fronte ad un fatto così terribile».
«L’agguato a Santa Cristina d’Aspromonte che ha causato la morte della dottoressa Francesca Romeo e il ferimento del marito, ci lascia davvero senza parole. Un episodio di una gravità assoluta, sul quale ci auguriamo che venga fatta piena luce, consegnando alla giustizia i responsabili di tale gesto». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha commentato il gravissimo episodio avvenuto questa mattina a Santa Cristina d’Aspromonte. «La comunità dei medici – ha aggiunto – sempre più esposta a episodi di violenza, deve essere maggiormente tutelata e rispettata per il duro e delicato lavoro che svolge a servizio della comunità. A nome dell’intera comunità metropolitana ci stringiamo attorno al dolore della famiglia».
«Rientrava dal lavoro Francesca Romeo, la dottoressa prossima alla pensione, dopo il turno di notte. Era in compagnia del marito che era rimasto con lei sul posto di lavoro durante il turno,  così riportano le notizie di cronaca ed è stata colpita a morte in un agguato sulla strada di casa». Così in una nota Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria. «È un fatto sconvolgente sul quale non possiamo non esprimere tutto il nostro orrore che potrebbe aggravarsi qualora si dovesse accertare che il movente dovesse ricondursi a ragioni professionali. Le postazioni di Guardia medica, così come i pronto soccorso sono la trincea  più esposta e più a rischio per i professionisti che prestano  cure immediate a chi ha un  bisogno di salute. Altre volte, in altri luoghi, proprio le donne in servizio presso le postazioni di guardia medica hanno subito intimidazioni e tentativi di violenza ed è emersa in quei casi la necessità che dovessero essere diversamente organizzate  le postazioni dei servizi di continuità assistenziale che risultavano isolate e a rischio. Le indagini, speriamo in tempi bravi, dovranno dare risposte ai tanti interrogativi che spiegheranno perché è accaduto un delitto così efferato. Oggi sappiamo solo che una professionista dedita alla cura delle persone, rientrando a casa dal lavoro è stata vittima di un tragico agguato. Se le ragioni di tanta violenza dovessero ricondursi al lavoro svolto dalla dottoressa,  oltre che l’ennesima morte per il  lavoro,  questa si andrebbe a sommare ai gravi rischi di un professionista della salute che in questa terra possono raggiungere conseguenze estreme. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia e a tutti i colleghi della dottoressa per la gravissima perdita avvenuta per mano criminale».

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