CROTONE Nuovi intoppi complicano le procedure per il salvataggio dell’Akrea, società di proprietà del Comune di Crotone che ha alle proprie dipendenze 105 lavoratori. A rischiare di fare saltare il banco è una nuova missiva che il presidente dell’Azienda, Alberto Padula, ha fatto pervenire ieri al Comune con la quale si rappresenta la situazione di criticità economica e si torna a chiedere somme per una serie di attività che la proprietà, nel recente passato, aveva già ampiamente detto di non potere riconoscere. La richiesta si aggira intorno a due milioni di euro circa. La missiva fa, quindi, saltare il banco e si allontana la soluzione prospettata nelle riunioni del tavolo tecnico, che si sono tenute nei giorni scorsi. La soluzione proponeva un ridimensionamento della spesa per stare nei parametri della legge che, per l’assegnazione diretta del servizio alle partecipate, richiede il rispetto dei parametri di economicità coniugata con la qualità del servizio. Il contratto attuale di Akrea per il servizio di spazzamento, raccolta e conferimento dei rifiuti negli impianti di lavorazione scade il prossimo 31 dicembre. Il Comune aveva chiesto alla società di redigere una proposta compatibile con la nuova normativa (contenimento dei costi e servizio efficiente) e il presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda aveva avanzato una proposta considerata inaccettabile dalla proprietà (Comune) in quanto aumentava di circa 1,5 milioni di euro l’attuale budget (6,7 milioni di euro all’anno). Si era aperto un confronto che, alla fine, aveva ipotizzato di realizzare tagli alla spesa intervenendo sui salari percepiti dai lavoratori. Le perdite economiche dei lavoratori potevano essere recuperate con il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata, che avrebbe fatto scattare i premi di produzione. L’ipotesi su cui anche i sindacati avevano lavorato faceva pensare che era stata scongiurata l’idea di esternalizzare il servizio, ponendo così fine alla lunga storia dell’Azienda di proprietà del Comune. L’ultima riunione del tavolo tecnico si è tenuta martedì scorso. A conclusione di quella riunione le parti si erano lasciate con la convinzione che le distanze sul divario economico si erano appianate. In quella riunione si era appunto ipotizzato di puntare ad investimenti più corposi per aumentare le percentuali di raccolta differenziata. L’economia per gli investimenti sarebbe stata ricavata dal taglio dei salari nel rispetto delle deroghe previste dal contratto nazionale di lavoro della categoria. Anche i sindacati presenti avrebbero dato la disponibilità a individuare la soluzione per risolvere la crisi dell’Azienda intervenendo con i tagli salariali. La soluzione doveva, però, essere trovata dal confronto tra i sindacati e Cda di Akrea. Con questa prospettiva si era conclusa la riunione di martedì scorso. In un incontro di ieri sembrerebbe che il presidente Padula abbia proposto un taglio di stipendio di 500 euro al mese per tutti i lavoratori. Un taglio che non terrebbe conto dei livelli salariali dei singoli. La nota di ieri ha, quindi, fatto saltare il banco e rischia di riaccendere lo scontro con il Comune che, a questo, punto potrebbe riaprire il ragionamento delle penali da pagare da parte dell’Azienda per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Il contenzioso è stato già oggetto di polemiche. Il Comune potrebbe anche decidere di chiudere la partita Akrea puntando all’esternalizzazione del servizio. Il costo, in caso di affidamento diretto, con le rivalutazioni arriverebbe a circa 7,5 milioni di euro all’anno a cui, però, vanno aggiunti i due milioni chiesti ieri.
“Ripianamento perdite esercizio e ricostruzione capitale sociale per un importo di euro 85.057,98”; “pagamento dei crediti relativi alla sosta regolamentata per un importo di euro 281.336,28”; “pagamento crediti relativi alla pulizia arenile per un importo di euro 34.490,502; “aggiornamento del corrispettivo servizio per gli anni 2022 (ero 194.909,09) e 2023 (euro 609.724,35) sulla base di incremento istat per un totale di 804.633,44 oltre iva”. “rivalsa costi piattaforma di trattamento e valorizzazione dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata per un totale aggiornato di euro 280.724,35 oltre iva al 30 settembre 2023”; riconoscimento delle somme derivanti dal finanziamento “Por Calabria” pari complessivamente a euro 1.572.975 di cui 510.000 euro già anticipati da Akrea”. Nella nota Padula assegna al Comune sette giorni di tempo per ottemperare al pagamento di 2.104.778,33 in quanto “l’omesso riconoscimento, anche parziale determina una sistematica mancanza di dotazione finanziaria della società impedendo alla stessa di effettuare un’idonea programmazione di interventi utili allo sviluppo, all’incremento ed al miglioramento del servizio svolto”. Un ultimatum.
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