CATANZARO La cultura come presupposto della legalità ma anche come “arma” per arginare la violenza di genere, “arma” simbolica ma forse proprio per questo potente come nessun’altra. A confrontarsi su un tema diventato di drammatica attualità, ai limiti dell’emergenza, dopo l’uccisione della giovane Giulia Cecchettin esponenti di spicco della cultura calabrese come lo scrittore Gioacchino Criaco e della magistratura come il sostituto procuratore della Repubblica Graziella Viscomi, che dalla loro visuale hanno fornito importanti contributi nel corso di un convegno organizzato dal Lions Club Catanzaro Host a Catanzaro.
«La cultura è quella consapevolezza che ti fa capire cosa sia il bene e cosa sia il male, non si può prescindere, spiega subito Criaco. «Meno siamo informati – prosegue Criaco – e più abbiamo comportamenti sbagliati, quindi la cultura direi che forse è la madre anche della legalità, delle regole, del vivere in modo civile. Senza cultura, senza conoscenza non riusciamo ad essere bravi cittadini, è una conseguenza. Criaco nota un segnale di risveglio della società civile, che – osserva – «sta più in mezzo alla gente, quindi è una percezione che è più immediata, poi ha magari meno mezzi per intervenire, ma il mezzo per eccellenza, se diventa la cultura, è lo strumento che dobbiamo utilizzare. In generale – sostiene lo scrittore – dobbiamo porci delle domande, perché forse per troppo tempo non ce le siamo poste, è fastidioso sentircele e fare, ma è il momento della presa di coscienza e sono quei momenti in cui una civiltà può scegliere tra uno scatto in avanti e un arretramento. Non si prescinde. Purtroppo gli eventi tragici ci costringono. L’unica cosa – specifica Criaco – è che dalle tragedie possono nascere poi le cose liete. Bisogna essere cinici in questo momento e utilizzare – lo dico tra moltissime virgolette – la tragicità del momento per fare delle cose buone».
Per il magistrato Graziella Viscomi «la cultura e la legalità sono temi che sicuramente si intrecciano fra loro. La legalità sicuramente trova terreno fertile dove c’è un contesto culturale adeguato. Per questo – aggiunge il magistrato – è importante investire nel sociale, perché sebbene istruzione e cultura non siano la stessa cosa, sicuramente tutto quello che riguarda la scuola la formazione è importante per sviluppare una coscienza sociale idonea nella quale la legalità può appunto meglio attecchire, anche considerando che soprattutto ci sono contesti disagiati in cui l’investimento anche in termini economici non può prescindere per dotare soprattutto i ragazzi di strumenti idonei per una responsabilizzazione anche culturale». Graziella Viscomi accenna anche alla recente risposta della politica con la legge approvata nei giorni scorsi: «Diciamo che la legislazione italiana in materia di codice rosso è molto avanzata rispetto anche agli altri paesi europei. Quello su cui non sono d’accordo è che non basta una risposta meramente punitiva dello Stato. È giusta e adeguata la risposta in termini di tempestività dell’azione degli uffici giudiziari, ma – rileva il sostituto procuratore di Catanzaro – quello che serve è una risposta culturale per fare in modo che i ragazzi maturino una coscienza non di tipo patriarcale che è dominante nel nostro paese, bisogna essere onesti, bisogna essere sinceri nel dire che l’Italia è ancora maschilista e deve fare molti passi in avanti verso l’accettazione del ruolo femminile nella società».
Tra gli interventi al convegno, moderato dalla giornalista Maria Rita Galati, quello del presidente del Lions Club Catanzaro Host Danilo Iannello. «Dobbiamo cercare di cogliere anche da tragedie come quelle recenti gli elementi che ci aiutino a trarre qualcosa di positivo. Penso ad esempio alle dichiarazioni del papà di Giulia che dal primo momento ha detto, “vanno bene i minuti di silenzio, ma noi vogliamo il chiasso più che il silenzio, perché altrimenti fra un giorno si dimenticherà tutto”. Invece – rimarca Iannello – non si deve dimenticare, invece si deve riflettere. Ed allora momenti di incontro come quello odierno servono proprio ad offrire degli spunti di riflessione, per far comprendere che la vera legalità non è solo quella che nasce dalla persecuzione del reato, che è assolutamente giusto da parte dello Stato, ma deve nascere prima di tutto da un risveglio di senso civico e civile del cittadino, dalla riscoperta di una cittadinanza attiva». A portare i saluti istituzionali il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, per il quale « è importante chiedersi se e come possiamo costruire una società più giusta che è qualcosa che forse con un po’ di pigrizia, con un po’ di interesse a volte deleghiamo alle persone che hanno come professione il compito di assicurare il rispetto della legalità e di fare giustizia: questo è irrinunciabile ma in realtà è un compito che invece grava su noi tutti, ciascuno in ragione delle funzioni che esercita, nel ruolo che occupa nella società, che è quello di costruire le condizioni perché veramente – conclude Fiorita – l’azione penale poi sia l’ultimo e il residuale intervento a presidio della legalità». (redazione@corrierecal.it)
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