LAMEZIA TERME Nuova udienza preliminare del maxi processo “Maestrale”, nato dalla fusione di tre inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro, Olimpo, Imperium e Maestrale-Carthago. Nuova discussione in aula dei pm della Distrettuale che, nel corso del loro intervento, hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, tranne che per Giuseppe Tulino, di Mileto, il cui reato è ormai prescritto e Giovanni Zuliani per il quale è stato disposto il non luogo a procedere. Giudizio immediato, invece, per l’avvocato Francesco Stilo.
Nel corso del dibattito di oggi, inoltre, altri imputati hanno chiesto il rito abbreviato ma c’è tempo fino al prossimo 28 dicembre per scegliere il rito alternativo. Si tratta di:
Antonio Bonaccurso
Alessio Natale Cupitò, di Vibo;
Domenico Cupitò, alias Pignuni”;
Francesco Cupitò di Vibo;
Simone Cupitò, di Nicotera;
Giuseppe Ferraro;
Gisella Macchiavelli;
Antonio Mancuso;
Pasquale Megna;
Paolo Mercurio;
Alberto Pannace;
Domenico Salvatore Polito;
Fortunato Pontoriero;
Francesco Prostamo;
Giuseppe Prostamo;
Demetrio Putortì.
Nell’operazione “Olimpo”, in particolare, gli inquirenti avevano fatto luce sui presunti interessi della ‘ndrangheta del Vibonese nel settore del turismo, con l’arresto di 56 persone e 78 indagati in tutto. Un controllo totale del territorio che si sarebbe realizzato anche grazie alle connivenze dei cosiddetti colletti bianchi. Con l’operazione “Maestrale-Carthago”, invece, la Distrettuale antimafia di Catanzaro aveva ricostruito le aree geografiche di interesse delle ‘ndrine sul territorio vibonese, e in particolare nei Comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti. Erano in tutto 167 le persone indagate. Grazie all’inchiesta “Imperium”, infine, aveva permesso agli inquirenti di far luce sulle ingerenze dei clan vibonesi, e soprattutto il clan Mancuso, nel settore del turismo con particolare riferimento alle strutture alberghiere presenti sulla Costa degli Dei. Centrale in questa inchiesta la struttura del “Sayonara” di Nicotera Marina, teatro di alcuni incontri tra le cosche calabresi e quelle siciliane di Cosa Nostra. (g.curcio@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x