«In Calabria sperimentiamo 5 convogli che usano bio-combustibili, prodotti con Eni». Così Luigi Ferraris, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, che in un’intervista a l’Avvenire delinea un futuro tra «energia, logistica, sociali e sostenibilità». Ferraris aggiunge che «il gruppo gestisce 17mila chilometri di binari, oltre a 30mila di strade e 4mila gallerie. Per chi nasce ingegnere, è come per un bambino stare in un parco giochi».
La sostenibilità, secondo Ferraris, per il gruppo è «un fattore strategico strutturale. Raccogliendo in primis le sfide del risparmio energetico e della logistica intermodale. E senza pesare sugli utenti: negli ultimi 18 mesi il prezzo dei materiali è salito del 30/40 per cento, ma non abbiamo toccato i biglietti. Partiamo dal primo punto. Siamo il primo consumatore d’Italia, con il 2% della domanda energetica che nel 2022 ci è costata 1,2-1,3 miliardi di euro. Abbiamo l’opportunità di autoprodurre energia negli spazi di prossimità, installando pannelli solari su immobili e terreni: potremmo arrivare a produrre il 40% del nostro fabbisogno e raggiungere la neutralità carbonica al 2040. Per ora c’è però la difficoltà ad approvvigionarci di trasformatori. Inoltre recuperiamo energia dai sistemi di frenatura».
Ferraris elenca al quotidiano cattolico anche i progetti su stazioni, giovani, donne e detenuti («La prima pietra del progetto “Mi riscatto per il futuro” siglato col carcere di Opera, vede da settembre 5 detenuti assunti per 6 mesi. Si investe in formazione, anche con i detenuti si possono creare professionalità che ci mancano») e lamenta che «la rete è congestionata», di qui l’importanza di pianificare al meglio la Roma-Firenze e la linea adriatica.
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