SAN LUCA Una folla silenziosa sotto la pioggia ha accompagnato le quattro bare di Domenico e Antonella Romeo, di 27 e 18 anni, Teresa Giorgi, di 34, ed Elisa Pelle, di 24. Le giovanissime vittime di un terribile incidente stradale avvenuto il giorno dell’Epifania nel Catanzarese, a Montauro, sulla statale 106. Una tragedia che ha riaperto il dibattito sulla pericolosità di una strada che proprio per l’alto numero di vittime che miete ogni anno, è tristemente chiamata “strada della morte”. Sull’incidente, che ha visto anche coinvolto un 52enne, conducente dell’altra auto e rimasto ferito, indaga la Procura di Catanzaro.
Oggi per San Luca è il giorno del dolore, un giorno che segue a una settimana estremamente difficile per tutti i cittadini del paesino aspromontano e non solo. La perdita di quattro giovanissime vite ha colpito la Locride e l’intera Calabria. Per la giornata di oggi il sindaco Bruno Bartolo ha proclamato il lutto cittadino, disponendo la chiusura di tutte le scuole, bandiere a mezz’asta nelle sedi del comune e negli uffici pubblici. Sospese le attività ludiche e ricreative.
A celebrare i funerali il vescovo di Locri monsignor Francesco Oliva, che nel corso dell’omelia ha detto: «Questa celebrazione ci unisce tutti nella condivisione della sofferenza di un’intera comunità, quella di San Luca, che ha un cuore grande che batte forte di fronte al dolore che colpisce i suoi figli e non smette di amare di fronte alla sofferenza, ritrovando il coraggio di essere unita nella prova e nel dolore. In questa triste e tragica storia questa comunità si sente gravemente impoverita. Sono troppi i giovani che vengono meno a causa di incidenti stradali. Così come sono troppi i ragazzi costretti a lasciare la loro terra per andare a cercare lavoro». «Preghiamo e affidiamo alla misericordia di Dio – ha aggiunto monsignor Oliva – Teresa, Elisa, Antonella e Domenico, tutti giovanissimi e parenti fra loro. Stavano percorrendo con la loro auto la statale 106 ionica dopo aver compiuto un bel gesto di misericordia, andare a fare visita ai loro parenti nel carcere di Catanzaro. Lungo la strada portiamo i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni e spesso proprio la strada diventa il luogo in cui s’infrangono sogni e speranze. È lungo la strada che si è consumata la vita di questi quattro giovani, che erano in viaggio non per svago o divertimento. Le strade, dopo la casa, sono i luoghi in trascorriamo la gran parte del nostro tempo. Ma quando le strade non sono agevoli e sicure viene meno anche la voglia di investire risorse nei territori e crearvi lavoro e attività produttive. E così le comunità s’impoveriscono sempre più. Le nostre autorità civili sanno quanto la comunità della Locride soffra questa situazione in cui non le sono riconosciuti gli stessi diritti di altre aree geografiche». (m.r.)
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