Due episodi, maturati nello stesso giorno, rafforzano il senso di intelligenza politica della Calabria. La prima riguarda la conferma di Filippo Mancuso alla Presidenza del Consiglio Regionale, l’altra l’unità dei Sindaci e la presa di distanza della presidente regionale dell’Anci, Rosaria Succurro, rispetto all’Autonomia differenziata così come è nata al Nord e che si vorrebbe applicare su tutto il territorio nazionale, forse ritenendo il Sud un Paese di “incapaci”.
Mentre il rinnovo di Filippo Mancuso nell’importante incarico costituisce il riconoscimento delle capacità indiscusse dell’uomo politico, la presa di posizione dell’ANCI e di Rosaria Succurro determina tensione nello schieramento di centrodestra e apre una “crepa” soprattutto tra i promotori dell’Autonomia differenziata che, se applicata, rischia di spaccare ulteriormente il Paese. A favore, come è noto, si è espressa la coalizione di centrodestra nel Nord, guardandosi bene dall’aprire un confronto con le altre regioni, in special modo con quelle del Sud, forse ritenendosi gli unici sulla Terra ad avere capacità intellettive tali da poter non tenere in considerazione il resto degli italiani.
Ciò fa capire il perché delle dichiarazioni della deputata calabrese della Lega, Simona Loizzo, che ha usato parole esplosive verso il Partito al quale ha aderito: «La politica decade – ha detto – a causa della qualità di chi occupa ruoli istituzionali». E dire che già sul tema era intervenuto il Presidente della Regione Calabria, Occhiuto in risposta al suo collega campano, De Luca, il quale aveva sostenuto che «Il Sud ha bisogno di essere protagonista!».
La “consistenza” politica del Mezzogiorno l’apprenderemo tra qualche giorno, quando a Montecitorio inizierà il dibattito e la votazione sugli emendamenti alla proposta di legge.
Quello che accadrà nella nostra regione darà il peso della tensione tra gli schieramenti politici, soprattutto tra quelli di centro e di destra. Lo lasciano intendere anche le parole della Presidente regionale dell’Anci, Succurro, che ha voluto far sapere di non condividere la decisione presa dal suo Partito di approvare il “decreto Calderoli”, definendolo «ingiusto e privo di garanzie per i cittadini». «Molto presto sapremo – ha aggiunto – come la pensano i sindaci calabresi».
Ha fatto sentire, forte, la sua voce anche il gruppo del Partito Democratico della Calabria: «Il centrodestra – sono state le conclusioni – farebbe bene a chiarirsi le idee sul progetto portato avanti da Calderoli».
Con tutta la buona volontà, è veramente difficile pensare che l’Italia sia un Paese che possa dare lezioni di unità politica seppure nei momenti critici. A creare le “congreghe” ci pensa il lavoro e la sua remunerazione. Finché rimane parcellizzato a seconda delle regioni, l’Italia difficilmente potrà essere considerato un Paese unito.
*giornalista
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