COSENZA A sorpresa, in uno dei parchi più frequentati dagli studenti di passaggio – villa Giulia, poi intitolata a Grazia Deledda – la spazzatura che si accumula non è (solo) colpa dei più giovani: evidentemente i cosentini hanno scambiato questo polmone verde per un luogo dove conferire i rifiuti, anche ingombranti visti gli spazi larghi e la possibilità di “scaricare” direttamente dalla strada senza essere visti.
Costeggiando a piedi questo parco fatto di vialetti, piazzole, aiuole e altissimi alberi ci si può dunque imbattere in materassi abbandonati, divani e sedie rotte fatte rotolare – assieme al classico campionario di bottiglie di vetro e plastica, cartoni e vestiti – nel declivio che la zona disegna degradando da corso d’Italia e via delle Medaglie d’oro a viale Giovanni e Francesca Falcone, a due passi sia dal centro città che da viale Mancini.
Siamo nella «villetta» che, prima che fossero installati dei potenti e moderni lampioni, i pusher avevano eletto a luogo ideale per i loro traffici, fino a quando una vasta operazione di polizia aveva individuato un vasto giro di spaccio, strategico per il suo essere vicino a piazza Bilotti e soprattutto satellitare rispetto all’Autostazione, altra “piazza” sempre più presidiata dalle forze dell’ordine dopo i recenti episodi di aggressioni.
Se invece si parla di contrasto al fenomeno del sacchetto selvaggio, invece, non si può negare che i controlli mancano: è il motivo per cui Ecologia Oggi sta per lanciare il sistema delle foto trappole, un deterrente che altrove ha prodotto risultati. Sarebbe quello scatto di reni che manca, in una città che in meno di 15 anni – nel passaggio dal cassonetto alla raccolta porta a porta – è diventata virtuosa grazie al suo 72% di differenziata (punteggio Ecosistema Urbano 2022). Magari con le fototrappole anti-incivili si potrà superare la soglia psicologica dell’80%. (euf)
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