ROMA «Oggi mi presento davanti a voi non solo come senatore di Forza Italia, ma come membro di una comunità che sta vivendo un momento di profonda riflessione. Stiamo discutendo un disegno di legge volto a proteggere il personale scolastico da atti di violenza, un provvedimento che testimonia la nostra volontà di costruire una scuola più sicura e rispettosa, una scelta che punta a ristabilire un principio fondamentale nel contesto educativo: il rispetto dell’integrità fisica e morale di coloro che dedicano la loro vita all’istruzione. Questo provvedimento non nasce da un desiderio di punizione, ma dalla necessità di proteggere, di difendere la sacralità dell’ambiente scolastico, di assicurare che la scuola rimanga un luogo di crescita, di formazione, e di sicurezza per tutti. È un segnale chiaro che lo Stato non tollera violazioni contro chi ha il compito di educare e formare le future generazioni. È, al tempo stesso, un invito a riflettere sulle cause profonde che portano a tali gesti, sulla necessità di un dialogo aperto e costruttivo con i giovani, sul ruolo fondamentale dell’educazione familiare e sulla responsabilità collettiva nel promuovere una cultura del rispetto e del confronto civile. Non possiamo ignorare che, proprio in questi giorni, le nostre strade sono state teatro di manifestazioni giovanili che, purtroppo, hanno visto episodi di violenza e confronti diretti con le forze dell’ordine. Questi due fenomeni, seppur diversi, sono entrambi espressione di un disagio giovanile che merita di essere compreso, non solo condannato. Il nostro dovere, come rappresentanti delle istituzioni, è di ascoltare, di cercare di capire le ragioni profonde che spingono i giovani a scendere in piazza, a volte anche esprimendo il loro dissenso in modi che non possiamo condividere. La violenza, sia essa nelle scuole o nelle piazze, è un segnale che non stiamo ascoltando abbastanza, che forse stiamo trascurando quelle esigenze di dialogo, di inclusione e di comprensione che sono fondamentali per ogni società che si voglia definire matura e democratica. È qui che il nostro disegno di legge incontra la strada: entrambi parlano della necessità di costruire ponti, di educare al rispetto reciproco, di riconoscere l’importanza del dialogo come strumento privilegiato per risolvere i conflitti. Cari colleghi, la scuola è il primo luogo dove impariamo il significato di comunità, dove sperimentiamo il confronto e l’apprendimento reciproco. È lì che possiamo insegnare ai giovani che ogni azione ha delle conseguenze, che il rispetto è alla base di ogni relazione civile e che il dialogo è sempre preferibile al confronto. Ma questo insegnamento non può fermarsi alle porte della scuola. Deve estendersi alle nostre case, alle nostre piazze, alla società intera. Dobbiamo chiederci: come possiamo aspettarci rispetto e comprensione dai giovani se non siamo i primi a dimostrare di saper ascoltare, di cercare di comprendere le loro esigenze, le loro paure, i loro sogni? Come possiamo parlare di educazione alla non violenza se non siamo capaci di garantire che le loro proteste, espressione di un dissenso legittimo in una democrazia, siano accolte con un atteggiamento aperto e non con il manganello? Onorevoli colleghi, il disegno di legge che abbiamo discusso e il contesto di tensione nelle nostre strade ci offrono un’occasione unica: quella di riflettere su come possiamo essere migliori educatori, migliori ascoltatori, migliori costruttori di quella società che desideriamo lasciare in eredità ai nostri giovani. na società che non risponda alla violenza con la violenza, ma che sappia offrire spazi di dialogo, di confronto, di crescita congiunta. E mentre procediamo, ricordiamoci che il nostro impegno nei confronti dei giovani non si esaurisce con l’approvazione di un disegno di legge. Esso rappresenta solo l’inizio di un cammino che dobbiamo percorrere insieme, un cammino che richiede ascolto, pazienza e soprattutto azioni concrete volte a migliorare le loro condizioni di vita, a rafforzare le opportunità di istruzione e lavoro, a garantire spazi di espressione libera e sicura. In questo momento storico, i giovani hanno mostrato una capacità di mobilitazione e un desiderio di cambiamento che non possono essere ignorati. Hanno diritto a una voce nelle decisioni che riguardano il loro futuro, a politiche che rispondano alle loro esigenze in termini di sostenibilità, equità sociale e giustizia. È nostro dovere ascoltarli, coinvolgerli e rispondere con azioni che dimostrino la nostra fiducia nelle loro capacità di costruire un mondo migliore. Cari colleghi, concludo questo intervento con un appello alla responsabilità e all’impegno condiviso. Non lasciamo che il dialogo tra generazioni si interrompa o peggio, si trasformi in un conflitto. Lavoriamo insieme per creare le condizioni affinché la scuola, la società e le istituzioni possano essere percepite dai giovani non come antagonisti, ma come alleati nella costruzione di un futuro di pace, prosperità e armonia. Con questo voto, Forza Italia si impegna a sostenere non solo la tutela del personale scolastico, ma anche l’importanza di lavorare alla radice del problema, incentivando politiche sociali, educative e familiari che possano prevenire la violenza prima che essa si manifesti. Questo è o dovrebbe essere un momento di unità, un momento in cui, al di là delle appartenenze politiche, ci troviamo concordi nell’affermare che la violenza, sotto qualsiasi forma, non può e non deve trovare spazio nella nostra società, e soprattutto nelle nostre scuole. Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole di Forza Italia a questo disegno di legge, con la speranza che possa rappresentare un passo avanti verso una scuola più sicura, più giusta, e più inclusiva. Ma anche verso un futuro dove l’educazione e il rispetto siano i pilastri su cui costruire la nostra comunità». Questo la dichiarazione di voto del senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto sul ddl che riguarda la sicurezza nelle scuole.
«A chi dice che i governi precedenti hanno stanziato di più per la scuola, questo esecutivo risponde con i fatti concreti. Come ha ribadito il ministro Valditara, tra fondi strutturali e Pnrr ci sono 3,8 miliardi per il programma nazionale 2021-2027, un miliardo in più rispetto ai piani precedenti. L’esigenza di confronto e di dialogo con i nostri giovani, fondamentale per ogni società che si voglia definire matura e democratica, non si può però affrontare solo con maggiori risorse. Ed è qui che interviene questo disegno di legge, riconoscendo la necessità di educare al rispetto reciproco e l’importanza del dialogo come strumento privilegiato per risolvere i conflitti. È nella scuola infatti che possiamo insegnare ai giovani che ogni azione ha delle conseguenze, che il rispetto è alla base di ogni relazione civile, che il dialogo è sempre preferibile allo scontro». Sottolinea infine il senatore e capogruppo di Forza Italia in commissione Cultura a Palazzo Madama, Mario Occhiuto.
(redazione@corrierecal.it)
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