CROTONE Non si ferma l’emorragia dei medici all’ospedale di Crotone. In un solo giorno ben sette medici hanno deciso di dimettersi volontariamente e lasciare l’ospedale “San Giovanni di Dio”. La presa d’atto da parte dell’Azienda sanitaria provinciale è datata 28 febbraio (ieri). Una fuga mai vista in queste proporzioni in un solo giorno. A provocarla, molto probabilmente, le condizioni di lavoro che i medici devono sopportare lavorando al nosocomio pitagorico. Turni di lavoro impossibili anche per svolgere attività con meno responsabilità, figurarsi quando le prestazioni da erogare servono a salvare vite umane. C’è anche da dire che all’ospedale di Crotone, nella maggior parte dei casi, non si fa carriera e i medici non vengono pagati come succede in altre strutture private. Turni massacranti, scarsa possibilità di migliorarsi con la carriera e paga non adeguata e così i professionisti sbattono la porta e si trasferiscono in realtà meno difficili. Questa volta hanno deciso di lasciare il “San Giovanni di Dio” un medico in servizio all’unità di psichiatria, uno di radiognostica, una pediatra, uno di gastroenterologia e due di cardiologia. Colpiscono le dimissioni dei due cardiologi per lo stesso motivo che, nei giorni scorsi, avevano fatto gridare allarme rosso le dimissioni di alcuni pediatri. Cardiologia e pediatria sono la faccia della stessa medaglia. L’abbandono dei due cardiologi (Antonio Strangio e Alessandro Caracciolo) rischia di mettere in crisi il reparto dove c’era già la carenza di medici e le difficoltà non mancavano. Da quello che si racconta la pianta organica prevederebbe il doppio dei medici che lavorano nel reparto di cardiologia e Utic. Un reparto molto delicato per i rischi che corrono i malati, se mancano i medici i rischi, a dir poco, si quintuplicano. A Crotone si guardava a questo reparto con grande attenzione perché è in previsione l’avvio delle attività di emodinamica. Se mancano i medici nel reparto per gestire l’esistente senza patemi, come si fa a pensare di aprire nuove attività più complesse? I medici vanno via, le liste di attesa si allungano sempre di più e l’utenza di Crotone è costretta a ricorrere alle visite a pagamento. Quella più povera, non avendo soldi a sufficienza, addirittura rinuncia alle cure. Questo succedeva prima della grande fuga dei medici. Ora la situazione è destinata ad aggravarsi con il passare dei giorni e non si intravvedono possibilità di svolta. Si pensa di tamponare la situazione ricorrendo ai medici cubani. Non vanno bene le cose nemmeno a microcitemia, dove la mancanza di medici ha ridotto il reparto alla canna del gas. Si pensa di mettere qualche toppa ad un vestito che ha squarci irreparabili. Purtroppo il dramma si consuma in un silenzio assordante, soprattutto da parte della politica a cui è stato affidato il compito di amministrare anche la sanità. L’assenza ingiustificata coinvolgea anche i sindaci del territorio a parftire da quello di Crotone che dovrebbe essere la massima autorità sanitaria. Nessuno parla della situazione drammatica che stanno vivendo gli utenti della sanità malata. Succede anche che viene bandito il concorso per il primario di cardiologia e dopo la scadenza, i termini vengono riaperti. La stessa cosa non succede, però, per il bando che prevede l’assunzione da parte dell’Asp di un addetto stampa a tempo determinato. Nonostante le sollecitazioni del sindacato giornalisti Figec Cisal, di ritirare il bando per presunte incoerenze con la normativa, il commissario dell’Asp pitagorica, Antonio Brambilla, ha deciso di procedere ed ha nominato la commissione che, al suo interno, ha solo la rappresentanza di figure amministrative. Tra l’altro non è una commissione che valuta i requisiti, ma si limita a stilare un elenco degli ammessi in base ai currucula presentati. Potrebbe essere, poi. Brambilla a scegliere.
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