COSENZA Sulla vicenda del post pubblicato dal docente dell’Università della Calabria, Spartaco Pupo, interviene la Consigliera di Parità provinciale, l’avvocata Rossella Barberio. Secondo la Consigliera di parità: «il contenuto delle esternazioni del professore Spartaco Pupo e la sua citazione del filosofo illuminista David Hume sulla presunta inferiorità della donna nel “corpo e nell’anima” rispetto all’uomo, è certamente da stigmatizzare. Il docente universitario, in un post pubblicato sui social in occasione della giornata dell’8 marzo, non si è semplicemente limitato a riportare una frase del noto filosofo ma, citandolo, ne ha attualizzato il senso esprimendo, di fatto, un suo personale pensiero. Le affermazioni del docente dell’Unical sono pietre contundenti scagliate contro la dignità delle donne perché minano le libertà e i diritti che le donne hanno faticosamente raggiunto dall’800 fino ad oggi. Quando la libertà di espressione, sia pure sacrosanta e mai conculcabile, va a ledere una fetta importante della popolazione, mettendo in discussione la parità fra i sessi ed, in sostanza, lo stesso “diritto delle donne ad avere diritti” – che trae fondamento proprio dal quel vituperato principio di eguaglianza – allora non può tacersi lo sdegno per il significato di quelle parole, misogine e sessiste. A poco serve aggiungere che Hume sia stato uno del massimi pensatori liberali. Hume è uomo del suo tempo e questa è storia. Riportare quella frase e farla propria significa non solo aderire ad un pensiero retrivo ed antistorico, ma anche farsi promotore di una mentalità e di una cultura che è ancora ben radicata ed è causa conclamata della violenza sulle donne, in tutte le declinazioni possibili. Lo sa bene il Centro antiviolenza Roberta Lanzino, che ha sollevato vibrate critiche al post del docente. E’ grave che sia stato un uomo di indubbia cultura, un accademico della nostra Università, perciò investito di una funzione formativa ed educativa di giovani menti, a proferire quelle parole. Altrettanto grave è perseverare nell’errore di brandire la libertà di espressione a giustificazione di una propria idea ma, nel contempo, censurare chi ha un pensiero divergente e lo esprime altrettanto liberamente, perché è proprio nel contraddittorio e nel dibattito che si compendia il senso della democrazia».
x
x