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Autonomia differenziata “rompicapo” del centrodestra: tre linee diverse e tensioni

Vigilia del Consiglio regionale piuttosto fibrillante nella maggioranza, stretta tra più “fuochi”. Si cerca una mediazione con il centrosinistra

Pubblicato il: 26/03/2024 – 13:54
Autonomia differenziata “rompicapo” del centrodestra: tre linee diverse e tensioni

REGGIO CALABRIA Tensioni e trattative, interne ed esterne alle coalizioni. E’ alta la temperatura della politica regionale alla viglia del Consiglio in programma domani. A tenere banco il dibattito sull’autonomia differenziata, che non è all’ordine del giorno della seduta ma che potrebbe entrare nell’odg e comunque – come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria sta registrando parecchie fibrillazioni, nella maggioranza di centrodestra, che si trova quasi “costretta” tra due esigenze al momento contrapposte o comune non concilianti: l’esigenza di far valere le ragioni di un territorio come il nostro nel quale la preoccupazione di effetti distorsivi della riforma voluta dalla Lega incomincia a farsi largo e l’esigenza di non “strappare” con lo schieramento che governa a Roma, già teso di suo. In più, a suscitare ulteriore scompiglio, nella maggioranza, il forte documento dei vescovi calabresi: al netto di qualche opinione che lo ritiene “esagerato nei toni, inusuali da parte della Chiesa”, non manca però nel centrodestra chi comunque sostiene la necessità di tenere conto e quindi “frena” su una linea eccessivamente appiattita pro-autonomia differenziata nella visione “turbo” della Lega.

Le tre linee del centrodestra

Allo stato, le posizioni a livello regionale sono così cristallizzate: la maggioranza di centrodestra con una nota firmata dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, della Lega, e firmata da tutti i capigruppo, compreso quello della Lega, in linea anche con la posizione del “no money no party“ del governatore Occhiuto, che chiede garanzie sui Lep (e anche sulle materie non Lep) e sui finanziamenti prima di procedere alla riforma, e la minoranza di centrosinistra – Pd, Movimento 5 Stelle, Misto con Antonio Lo Schiavo – che invece ha già presentato una mozione dal contenuto “radicale” nella quale si chiede al presidente della Regione di dire al governo che la Calabria non ci sta e che la riforma va cassata. Domani mattina, prima dell’inizio della seduta del Consiglio regionale, le parti proveranno a venirsi incontro, ma il vero “nodo” a quanto risulta è all’interno della maggioranza di centrodestra. Ci sarebbe parecchia tensione, nelle chat tra i consiglieri regionali di maggioranza, nelle  quali starebbero emergendo almeno tre posizioni: chi – la parte più vicina alla Lega – vuole semplicemente limitarsi a bocciare la mozione del Pd, chi invece ritiene che così facendo il centrodestra si caccerebbe sempre di più in un angolo e rischierebbe l’impopolarità offrendo il fianco all’opposizione, proponendo una mozione autonoma della coalizione, e chi invece propone di trattare con il centrosinistra per provare a trovare una sintesi ed elaborare una mozione unitaria nella quale il centrosinistra rinuncerebbe alle parti più estreme e il centrodestra aprirebbe un po’ di più alle ragioni dell’opposizione. Da fonti dell’opposizione si starebbero registrando segnali di disponibilità in tal senso, ma è evidente che prima la maggioranza dovrà chiarirsi al proprio interno. Cosa che sicuramente si proverà a fare domani prima dello start del Consiglio regionale, confidando magari nell’opera di mediazione del presidente Occhiuto. (a. cant.)

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