COSENZA La Corte di Cassazione, sesta sezione penale, ha annullato con rinvio a l’ordinanza del tribunale del Riesame di Catanzaro confermativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Maria Grazia Bafaro e Germano Filice (attualmente sottoposti agli arresti domiciliari). La difesa rappresentata dagli avvocati Cesare Badolato e Francesco Bruno ha sostenuto la tesi dell’insussistenza delle esigenze cautelari.
I militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza avevano dato esecuzione all’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, aveva applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di sei indagati, tra cui due finanzieri in servizio presso il medesimo Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, sulla base della ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine ai reati, rispettivamente, di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistema informatico e corruzione. Contestualmente il giudice, ancora su richiesta della Procura del capoluogo, ha disposto il sequestro preventivo delle somme di denaro ritenute corrispondenti al prezzo del reato. Secondo le ipotesi di reato formulate, i responsabili di una società informatica, si sarebbero avvalsi, con la mediazione di altri soggetti, dei militari della Guardia di Finanza coinvolti nella vicenda, per estrapolare una mole formidabile di dati relative a persone fisiche e giuridiche, cui procedevano, i predetti militari, mediante accessi abusivi a sistema informatico, a fronte del corrispettivo di rilevanti somme di danaro; i dati illecitamente estratti sarebbero stati, successivamente, commercializzati dalla società informatica, con un considerevole incremento del proprio fatturato. (f.b.)
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