ROMA Si avvicinano le elezioni europee di giugno. Un importante passaggio elettorale per valutare lo stato di salute dei partiti italiani. Un “test” anche per le forze di governo e per valutare il consenso, in particolare, intorno alla premier Giorgia Meloni. A sottolineare l’importanza della tornata elettorale è la discesa in campo dei “big” della politica italiana. Tutti, o quasi, i principali rappresentanti dei partiti hanno deciso di candidarsi nelle liste per le europee. Liste che dovranno essere confermate e presentate entro il prossimo primo maggio.
Il primo a rompere gli indugi e ufficializzare la propria candidatura è Antonio Tajani. La discesa in campo del segretario di Forza Italia fa da apripista agli attesi prossimi annunci, primi fra tutti quelli della premier Giorgia Meloni e della leader del Pd Elly Schlein. La presidente del Consiglio dovrebbe sciogliere la riserva tra una settimana, a Pescara, in occasione della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Mentre la segretaria dem potrebbe annunciare la candidatura per Bruxelles domani, quando si riunirà la Direzione nazionale del partito. Salvo sorprese (alquanto difficili da arrivare) l’unico leader delle forze di centrodestra a non partecipare alla competizione per il prossimo parlamento europeo sarà Matteo Salvini, che già settimane or sono aveva spiegato di non voler sottrarre tempo e impegno al ruolo di ministro delle Infrastrutture. Da Salvini, però, si attende comunque un annuncio: la candidatura o meno nelle liste della Lega del generale Roberto Vannacci. La riserva dovrebbe essere sciolta il 25 aprile dal vicepremier in persona (almeno stando a quanto da lui stesso spiegato), durante la presentazione del suo libro. Intanto, hanno già iniziato a scaldare i motori diversi big: era attesa la candidatura del presidente del Pd, Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, ufficializzata oggi e a cui dovrebbero seguirne altre tra le fila dei sindaci dem.
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