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Il retroscena

Il mio posto è qui, Martino: «Apprendere il calabrese mi è costato mesi di studio»

La confessione dell’attrice che interpreta il ruolo della ragazza calabrese degli anni ’40: «È stata un’esperienza a tratti dolorosa»

Pubblicato il: 04/05/2024 – 8:31
Il mio posto è qui, Martino: «Apprendere il calabrese mi è costato mesi di studio»

ROMA «Emotivamente provante, a tratti doloroso. Soffrivo nei panni di quelle ragazze che vivevano, e da qualche parte purtroppo vivono ancora, condizioni di sottomissione e violenza fisica e psicologica. Padri che pretendono di scegliere il destino delle proprie figlie, qualcosa di molto attuale. La mia Marta, grazie al suo coraggio e all’aiuto di chi le apre gli occhi, riesce a intravedere un futuro diverso, attraverso lo studio e l’impegno». Così l’attrice romana Ludovica Martino racconta le sue sensazioni nell’interpretare il ruolo di Marta. La protagonista de “Il mio posto è qui”, il film ambientato nella Calabria rurale degli anni ’40, sullo sfondo dei cambiamenti sociali dell’Italia del dopoguerra. Una pellicola girata anche in Calabria a Gerace.

Ludovica Martino in una scena del film

Sulle colonne de “La Stampa” l’attrice 27enne spiega anche un retroscena del film che la vede assieme a Marco Leonardi, che interpreta Lorenzo l’altro protagonista. «È stato bruttissimo, confesso – racconta a proposito della scena in cui viene frustata dal padre violento -. Avevo paura, piangevo davvero. Quella scena di frustrate era finta, ma mi ha segnato per davvero, mi sentivo partecipe del dolore di Marta, prigioniera di una vita non scelta. Trovo importante raccontare che da situazioni simili se ne può venire fuori, grazie all’aiuto degli altri. Nel film, grazie a un omosessuale emarginato con cui Marta stringe un legame».

Ludovica Martino assieme a Marco Leonardi


Nel corso dell’intervista rilasciata, Martino approfondisce la condizione delle donne e delle vessazioni che devono ancora subire. E afferma su come se ne possa uscire. «Con un sussidio psicologico statale per tutti. Ci sarebbe più contenimento non solo della violenza fisica, ma anche psicologica, diffusissima nelle famiglie. Serve un’educazione sentimentale e una rieducazione dei ragazzi, gli uomini devono affiancarci in questa lotta».
Alla fine dell’intervista ritornando sul film previsto nelle sale il prossimo 9 maggio confessa a proposito della sua interpretazione del ruolo della giovane calabrese Marta. Per interpretarlo dice ha dovuto faticare con il dialetto «mi è costato mesi di studio matto e disperatissimo». (rds)

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