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Cosenza, omicidio Gioffrè: la differente interpretazione delle chat e il rapporto con Tiziana Mirabelli

Una partita a scacchi giocata da accusa e difesa. Il 75enne ucciso a Cosenza dalla donna reo confessa. Oggi si torna in aula

Pubblicato il: 06/05/2024 – 8:41
di Fabio Benincasa
Cosenza, omicidio Gioffrè: la differente interpretazione delle chat e il rapporto con Tiziana Mirabelli

COSENZA Si gioca sul rapporto tra Tiziana Mirabelli e Rocco Gioffrè, la partita tra accusa e difesa nel processo sull’omicidio del 75enne di Cosenza: ucciso dalla donna reo confessa che si è costituita il 19 febbraio 2023, accompagnata dal proprio legale di fiducia Cristian Cristiano, nella sede della Compagnia dei carabinieri della città dei bruzi raccontando di avere colpito a morte l’anziano, suo vicino di casa.
Entrambi vivevano, in due appartamenti, in uno stabile popolare in via Monte Grappa a Cosenza. Tramite il proprio legale, la donna ha sempre asserito di aver agito per legittima difesa. Le parti offese Francesca, Pasquale e Giovanna Gioffrè sono rappresentate dall’avvocato Francesco Gelsomino. Questa mattina, in Corte d’Assise a Cosenza, una nuova udienza del processo.

La chat whatsapp

Nel corso delle ultime udienze in Corte d’Assise a Cosenza, i giudici e le parti hanno avuto la possibilità di visionare i video ripresi dalle telecamere installate nell’abitazione della vittima. Frame che hanno cristallizzato gli attimi antecedenti e successivi al delitto. Ma a fornire uno spaccato sulla natura del rapporto tra l’omicida e la vittima sono senza dubbio gli scambi frequenti di messaggi via Whatsapp e Messenger. Due app di messagistica privata riempite di frasi, richieste e allusioni a sfondo sessuale. Per l’accusa è essenzialmente la donna a tentare di avvicinare ed approcciare con l’anziano, per la difesa invece è esattamente il contrario: sarebbe Gioffrè la parte interessata a creare un rapporto più intimo con Mirabelli. Il primo scambio significativo è datato 25 gennaio 2023, i due chiacchierano e si parla della possibilità di vedersi. Ma Mirabelli si addormenta e la mattina dopo scrive a Gioffrè «Buongiorno perdonami mi è scoppiata un orecchio stanotte dopo vengo e ti chiamo ora vado dalla dottoressa». Dal 25 gennaio si passa al primo febbraio per rintracciare un altro messaggio whatsapp, con la donna che contatta per prima Gioffrè e dice: «Mah a pensare che ti volevo far venire ora un po’ ma se hai questa paura di me nemmeno fossi un mostro è successo un episodio ma non farei male ad una mosca». Seguono una serie di whatsapp di Mirabelli, senza risposta, e poi l’anziano invia un messaggio il 5 febbraio 2023. «Ti busso e mi apri». E’ l’11 febbraio 2023, i due interlocutori ricorrono sempre alla messaggistica privata. Gioffrè alle 21.51 scrive: «Stanotte Aldo rimane a casa. Se vuoi ti metto la corrente, cosi accendi la stufa». Seguirà un altro whatsapp alle 22.35. «Mi correggo. Aldo se n’è andato adesso e si ritira domattina». A quel punto Mirabelli risponde: «Ok sono arrivata ora mi mangio qualcosa e dopo vengo ok». Tuttavia, quella sera Mirabelli come confesserà candidamente in un whatsapp, la mattina successiva, non si recherà nell’appartamento del 75enne. «Buongiorno perdonami mi è preso il sonno». Gioffrè le contesta di «non essere di parola» e Mirabelli si giustifica: «Ti giuro che dalla stanchezza mi sono addormentata su quando ti voglio bene che tu ci creda o no adesso potresti venire fai finta che esci e stiamo insieme un po’». Passano 24 ore e il messaggio più rilevante è inviato dalla vittima. «Poi se vuoi parliamo, ma dobbiamo essere complici in tutto» ed ancora «Ti consiglio solo una cosa, apri gli occhi sei bellissima grande e vaccinata».
Il 14 febbraio, 24 ore dopo l’ultimo messaggio citato, la donna ucciderà Gioffrè.

La chat Messenger

Se su Whatapp il tono utilizzato è piuttosto pacato, su Messenger (l’app di messaggistica collegata all’account Facebook) i contenuti sono contraddistinti da scambi diretti e spigolosi. Il 14 luglio 2022, Mirabelli scrive «Io sono libera di uscire ed entrare quando voglio tu a porta a di Tena chiusa (devi tenerla chiusa)» e Gioffrè: «Signora cara, se non la smetti di offendere quando passi dalla mia porta ti giuro che appena entri e esci vi faccio l’infamità, poi non dire male di me, oh tutti i filmati su galleria». Il 75enne incalza «Tu pensa alla tua porta, io alla mia» e l’interlocutrice: «Io voglio solo lasciata stare e non picchio e non mando nessuno tu parla poco». Nel mezzo non mancano scambi di testo con allusioni a sfondo sessuale. (f.b.)

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