Pd Cosenza, ricorsi “congelati”: l’esame è rimandato a dopo le elezioni di giugno
La comunicazione della Commissione provinciale di garanzia democrat su suggerimento del segretario: c’è una direttiva nazionale

COSENNZA Si è riunita ieri, in via telematica, la Commissione Provinciale di Garanzia del Partito Democratico di Cosenza, convocata per decidere i ricorsi relativi ai casi di Roggiano Gravina e Cosenza, alla presenza del presidente Salvatore Perugini e dei commissari Mundo, Calabrò, Santoianni, Chiappetta, Venneri (assenti giustificati i commissari Oliverio e Serra).
In apertura la Commissione ha espresso il suo «ringraziamento a Maria Pia Funaro per il lavoro sin qui svolto in Commissione, terminato a seguito delle sue dimissioni dal Partito».
Il presidente Perugini ha informato che le istruttorie relative ai due ricorsi si sono concluse e che la Commissione è in grado di decidere e deliberare ma subito dopo ha preso atto «che, con comunicazione via mail inoltrata e ricevuta in data 13/5/2024, qualche ora prima di quella fissata per la riunione, il segretario provinciale del Pd ha informato della esistenza di una direttiva nazionale di sospendere tutte le attività interne non strettamente elettorali. In virtù di ciò – si legge nel verbale dell’organismo di garanzia dem firmato dal segretario Andrea Chiappetta oltre che dallo stesso Salvatore Perugini – il segretario provinciale ha “suggerito” alla Commissione di “posticipare, in accordo con questa direttiva e dopo consultazioni con i livelli superiori, l’esame dei ricorsi fino a dopo le elezioni”. La Commissione, dopo ampia discussione, all’unanimità dei presenti, ha deliberato di ribadire di essere pronta, all’esito delle concluse istruttorie, per decidere i ricorsi iscritti all’ordine del giorno della odierna riunione» e «per senso di responsabilità, di appartenenza e di rispetto delle direttive nazionali e provinciali, pur nella statutaria autonomia della Commissione che è Organo di Garanzia e di Terzietà, di accogliere “il suggerimento”del segretario provinciale e di procrastinare la decisione sui ricorsi ad altra data, che sarà nuovamente fissata dal Presidente e concordata con la Commissione».
Poi l’auspicio «che il presidente provinciale del Partito, senza indugio nel rispetto dell’art. 9 dello Statuto, convochi l’assemblea provinciale affinché, su proposta del segretario provinciale, elegga il nuovo Commissario in sostituzione della dimissionaria» e infine la richiesta «di demandare al presidente il compito di invitare il segretario provinciale, il presidente dell’assemblea, il dirigente dell’organizzazione, a partecipare ad un apposito prossimo incontro con la Commissione per discutere, nell’interesse del Partito, del rigoroso rispetto delle regole statutarie e regolamentari, nell’assoluta reciproca autonomia istituzionale di competenze, ruoli, funzioni e responsabilità, per individuare le più efficaci linee di comportamento, assicurando incisiva azione politica e concreta attuazione dei principi etici, statutari e regolamentari del Partito».