LAMEZIA TERME Sono arrivate dalla penisola iberica le due “colonne” dello Stretto di Messina, i monti Peloritani in Sicilia e gran parte della Calabria: circa 30 milioni di anni fa questi frammenti della placca iberica hanno iniziato una lunga migrazione per circa 1000 chilometri che li ha portati a inserirsi nella catena appenninica e siciliana. A confermarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Tectonics realizzato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). «Lo studio che abbiamo appena pubblicato fornisce finalmente le prove di quanto la comunità scientifica ipotizzava da tempo», ha detto Fabio Speranza, Direttore della Sezione Roma2 dell’Ingv e co-autore dello studio. È noto infatti da tempo che i Monti Nebrodi e i Monti Peloritani della Sicilia nord-orientale e l’area calabrese a sud del Massiccio del Pollino hanno delle caratteristiche geologiche molto differenti dal resto delle catene appenninica e siciliana, e per questi sono detti blocco Calabro-Peloritano. Ma hanno invece molte somiglianze con il territorio della placca che comprende Sardegna e Corsica, e più in generale la placca Iberica: ciò aveva fatto ipotizzare, da decenni, che tutti questi blocchi fossero, in origine, uniti. Tuttavia, non c’erano ancora prove capaci di dimostrare l’ipotesi. Analizzando ora campioni di rocce con tecniche di analisi del paleomagnetismo, che permette di datare origine delle rocce e ricostruirne la posizione originaria, è stato possibile ricostruire la storia di tutto il blocco Calabro-Peloritano». Secondo lo studio si sarebbe distaccato dalla placca iberica circa 30 milioni di anni e incorporato nella posizione attuale tra 18 e 17 milioni di anni fa.
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