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Takatagate

L’airbag difettoso e la morte di Martina Guzzi. «Il caso coinvolge quasi tutte le case automobilistiche»

Dal tragico decesso in un incidente stradale della 24enne catanzarese al caos di «migliaia di automobilisti»

Pubblicato il: 04/08/2024 – 6:52
di Fabio Benincasa
L’airbag difettoso e la morte di Martina Guzzi. «Il caso coinvolge quasi tutte le case automobilistiche»

CATANZARO Un difetto di un airbag sarebbe la causa della morte di una 24enne, Martina Guzzi, deceduta a seguito di un incidente stradale verificatosi a Catanzaro il 28 maggio scorso. Gli uomini della Polstrada di Catanzaro, insieme ai periti della Procura e dei familiari della ragazza hanno effettuato nuovi rilievi sul luogo della tragedia per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e comprendere cosa sia successo in viale Magna Graecia, nel quartiere Aranceto.
Quel dispositivo di sicurezza che avrebbe dovuto salvarle la vita – secondo la perizia dei tecnici incaricati dalla Procura – «a seguito dell’urto, proiettava ad alta energia cinetica un corpo metallico con modalità di urto e lesività assimilabili a ferita d’arma da fuoco (effetto pallettone)». La giovane Martina sarebbe la prima vittima in Italia dell’airbag Takata, installato su milioni di auto. A distanza di mesi le polemiche non si placano.

Martina Guzzi

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato che è in atto una importante e straordinaria campagna di richiamo dei veicoli Citroen, modelli C3 e DS3, da parte del “gruppo Psa-Stellantis”, a causa di un problema che potrebbe portare a un serio rischio, per gli occupanti del veicolo, determinato da possibili esplosioni incontrollate del sistema Airbag. Sul caso è intervenuto anche Fedeconsumatori. Secondo, la presidente calabrese del sindacato Mimma Iannello: «Rispetto alle migliaia di proprietari di autovetture Citroen coinvolti dalla campagna di richiamo, sono pochi quelli che hanno ottenuto la sostituzione dell’airbag e migliaia che non sanno quando e se, avranno il cambio dell’airbag». Ma c’è di più.

Un caso mondiale, «coinvolge tutti»

Del caso abbiamo parlato con Giovanna Capuzzo, vicepresidente nazionale di Federconsumatori. «E’ un problema più ampio che potrebbe riguardare tutti i marchi automobilistici, stiamo scoprendo che quasi tutte le case automobilistiche sono purtroppo coinvolte in quello che possiamo chiamare “Takatagate“. C’erano già state parecchie e gravi avvisaglie in tal senso perché già in America nel 2008 era scoppiato lo scandalo e già all’epoca si parlava di 19 case automobilistiche e 34 marchi coinvolti. Allo stato, ad aprile 2024, si parla di circa 67 milioni di vetture richiamate, nel mondo». Secondo Capuzzo, «oltre a Citroen e DS, è stato pubblicato anche l’annuncio di Bmw che ha richiamato 400.000 auto. Noi nel frattempo abbiamo ricevuto sporadiche richieste di altri automobilisti possessori di auto a marchio Skoda o Audi».

Automobilisti nel caos

Mitigare il pericolo e i possibili effetti degli airbag difettosi resta ovviamente l’emergenza prioritaria. Tuttavia, come si può ben immaginare, sono numerosi i disagi e i danni subiti dai consumatori e dagli automobilisti. «Un danno difficilmente quantificabile – sottolinea al Corriere della Calabria Capuzzo – per quanto riguarda la tutela del consumatore stiamo monitorando la situazione e stiamo avendo fortunatamente dei contatti con il gruppo Stellantis, che ha manifestato una disponibilità ad avere rapporti con Federconsumatori». Però «non ha fornito nessuna informazione e nessuna soluzione che possa ristorare il disagio e il danno subito, motivo per il quale noi a settembre saremo pronti a depositare un’azione che vada a rappresentare tutti i possessori delle automobili coinvolte».

Vetture ferme e pezzi di ricambio difficilmente reperibili

Auto parcheggiate in garage, per i più fortunati, o lasciate in sosta per strada in attesa di una risposta. Molti automobilisti hanno rinunciato a salire sulle vetture e attendono la sostituzione dell’airbag difettoso. «Sul ritardo nella riparazione delle vetture – dice Capuzzo – Stellantis ha garantito di aver implementato le risorse utili per ottenere maggiori airbag da sostituire, oltre ad aver implementato l’assistenza ai clienti». Secondo la vicepresidente di Federconsumati, infatti, «in molti casi, gli automobilisti sono stati impossibilitati nel poter contattare il servizio clienti». «Chiaro – conclude Capuzzo – che per noi non sono soluzioni sufficienti, perché abbiamo persone obbligate a tenere ferma la vettura già da alcuni mesi, con una prospettazione di appuntamento per la riparazione nel 2025. Capiamo ovviamente che la situazione è grave, si tratta di sicurezza sia del conducente che del passeggero, ma anche una sicurezza pubblica, della quale ovviamente la casa automobilistica deve assolutamente prendere piena consapevolezza e assumersi le responsabilità». Infine, l’appello: «Tutte le persone coinvolte possono visitare il nostro sito all’interno del quale troveranno un form online nel quale chiediamo di segnalare i disservizi e di informarci sui ritardi oppure sulla riparazione».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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