Quello appena concluso è stato un fine settimana favorevolissimo per un mai domo e sorprendente Cosenza, abile ad espugnare con merito Brescia in extremis. Pareggio in rimonta, invece, del Catanzaro a Reggio Emilia. Una gara ben giocata quella dei giallorossi in fase offensiva, peccato per gli errori in difesa.
In fondo il calcio è bello proprio perché è imprevedibile. Forse però a Cosenza lo è un po’ di più. E non solo da quest’anno.
È imprevedibile perché da sei stagioni a questa parte i Lupi riescono a restare a galla in serie B con scarsissime risorse economiche e compiendo imprese impossibili. È imprevedibile perché quando pensi di aver visto tutto e ti viene da dire: «vabbè, dai, peggio di così non può andare», ecco arrivare quattro punti di penalizzazione a rendere il peggio ancora più infinito. È imprevedibile perché prima della trasferta di Brescia di due giorni fa, tutti, compresi Massimiliano Alvini, riconoscevano le difficoltà degli attaccanti rossoblù a mettere a fuoco la porta avversaria e, poi, invece che succede? Al “Rigamonti” quella porta la centrano addirittura in due in un colpo solo: il bistrattato Zilli e il redivivo Mazzocchi.
Il calcio a Cosenza è un po’ più imprevedibile perché dopo la rimonta dallo 0-2 al 2-2, alzi la mano chi avrebbe scommesso sui tre punti, per giunta arrivati nella stessa porta e allo stesso minuto, il 95, di due anni fa, quando Meroni gelò e mandò in bestia i tifosi di casa nel playout salvezza.
I giornali, compreso il nostro – lo ammettiamo – erano già pronti a tirare fuori il solito titolo preconfezionato e pigro: “Cosenza, a Brescia ennesima occasione persa”. E invece no. In riva al Crati il pallone è tradizionalmente imprevedibile, sofferto, folle, illuso e disilluso nello stesso istante, salvifico, sfacciatamente romantico in un’epoca in cui il romanticismo è stato bannato per dare spazio al gossip e al calciomercato. È difficile da spiegare è proprio per questo riesce ancora a emozionare.
Crema: il risveglio degli attaccanti in rosa quando si pensava che avessero cambiato mestiere, le parate di Micai che rischiano quasi di diventare un discorso noioso, la personalità, un po’ alla Brescianini, con gol partita, del brasiliano Charlys, il talento tattico e comunicativo (riemerso proprio a Cosenza) di Alvini. Tutto questo e tanto altro, compresi gli errori clamorosi di Florenzi sotto porta e il calo della squadra che per poco non costava la vittoria, meritano senza dubbio la crema di giornata. Ma forse l’immagine più nitida e da attaccare al muro come un mantra del Cosenza di questo primo scorcio di torneo è soprattutto questa foto in basso, scattata nel chiuso di un freddo e umido spogliatoio lombardo, a testimoniare che oltre ai piedi buoni e ai soldi, per sorridere e far sorridere, serve anche volersi veramente bene.
Amarezza: lo sanno tutti ma lo ricordiamo lo stesso: senza il -4 il Cosenza oggi sarebbe quinto in classifica a quota 18 punti. Tutto questo senza Tutino, Meroni, Marras e Calò. Chapeau. (Francesco Veltri)
Non arriva ancora la prima vittoria esterna della stagione. Arriva, invece, l’ennesimo pareggio di un campionato davvero stregato. Il nono segno “X” del torneo delle aquile giunge in rimonta in casa della Reggiana nel singolare scontro tra due ex tecnici del Cosenza, William Viali e Fabio Caserta.
Sotto di due gol alla mezz’ora, Iemmello e compagni hanno reagito con grande intensità ed infinito cuore. Sono state le aquile a fare la partita e a trovare prima il gol che ha accorciato le distanze con Pompetti, quindi quello che ha pareggiato i conti ancora con capitan Iemmello, al quinto gol stagionale (il 61esimo in maglia giallorossa). Entrambi di pregevolissima fattura, così come lo erano stati anche quelli di Portanova (in estate accostato al Catanzaro) e Gondo.
Quella del Città del Tricolore è stata anche la partita nella quale sono state invertite diverse tendenze. Ha vacillato, infatti, la difesa quasi imperforabile del Catanzaro. Reduce da tre gare senza subire gol e dopo averne subiti appena 9 nelle prime 12 gare, la squadra di Caserta ne ha incassato due solo nella prima mezz’ora della sfida contro gli Emiliani. Se ha vacillato l’assetto difensivo giallorosso a mettersi in mostra è stato quello offensivo. Ai gol di Pompetti e Iemmello devono aggiungersi la rete annullata per fuorigioco a Pontisso, il clamoroso gol fallito proprio dal numero 20 e i legni centrati da Biasci (traversa) e Koutsoupias (palo esterno) per un Catanzaro che ha prodotto decisamente di più rispetto alle ultime uscite. Alla fine, le conclusioni dei giallorossi saranno 16, cinque delle quali tra i pali della porta difesa da Bardi. Un netto passo avanti nell’incisività offensiva dei giallorossi.
Prosegue, quindi, il percorso di crescita ormai imboccato dai giallorossi da diverse settimane. Le prestazioni continuano ad essere convincenti, ora mancano solo le vittorie…
Crema: lo spirito della squadra che sotto di 2 gol non ha perso la testa e anzi ha ritrovato compattezza e cominciato a macinare gioco. Il Catanzaro ha ampiamente meritato di rimontare la gara e avrebbe forse meritato anche qualcosa di più, proprio in virtù della mole di gioco creato e anche delle occasioni sprecate. Una menzione speciale va poi agli oltre 1600 tifosi che hanno gremito il settore ospiti dell’impianto reggiano sostenendo dal primo all’ultimo minuto la squadra.
Amarezza: peccato per quell’avvio di gara un po’ sottotono, per quelle distrazioni e quei passaggi a vuoto pagati a caro prezzo. In Serie B non ci si possono permettere cali d’attenzione neanche per pochi minuti e regalare ad una Reggiana affamata di punti determinate occasioni può costare caro. L’appuntamento con la prima vittoria lontano dal Ceravolo è ancora rimandato. (Stefania Scarfò)
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