Spesso ottengono l’effetto opposto: valevano un tempo, quando intorno ai famosi si costruivano leggende e loro se ne stavano nell’ombra, allora alla donna o all’uomo si mischiava il mito, un tutt’uno. Ora le star sono in piena luce, a tu per tu con noi comuni mortali. Si scinde il chi sei dalle opere che fai. “Che vuoi dirmi? Come mi debba comportare, chi debba votare?”. Sono logorroici quanto noi, sui social. Esposti e vulnerabili. Scissi, tutti scissi dalla bravura che sta in un talento, oltre il quale tutti di carne e d’ossa, di chiacchiere e di fesserie, di sentimenti buoni e no. Nessuno ci casca più, a volte è un bene, a volte un male. Ma quelli che si dicono progressisti continuano imperterriti a proporre le indicazioni dei noti, spesso di tanti noti bidoni che hanno proposto e imposto, aiutato e pompato nei giri di potere in cui erano al comando. E’ un tempo passato, l’anno prima vinci l’oscar e quest’anno ti tirano addosso i pomodori, senza pietà, senza riconoscenza per le emozioni che hai fatto vivere. Si innalzano eroi per il solo gusto di fargli poi alzare più polvere nella caduta.Per Trump si portavano i numeri dei follower a ogni indicazione di voto, Kamala avrebbe dovuto prendere 18miliardi di voti. Poverina se c’ha creduto! Alla fine tutti si vive in una bolla, ne ha più coscienza la gente normale, però. Noti, presunti tali, informazione, sono quelli che più ci cascano, che non riescono proprio a scindersi dalla fama di cui vivono. Conosco dieci persone normali che vivono in America, a ogni tornata elettorale li chiamo, la loro statistica non tradisce mai, meglio dei sondaggi, incommensurabilmente meglio dei corrispondenti dall’America delle reti e dei giornali italiani. E in Italia, per le prossime elezioni, sarebbe meglio che Elly cominciasse a cancellare i nomi famosi e le previsioni giornalistiche.
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