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In Italia sempre meno bambini e sempre più poveri

Save The Children pubblica l’Atlante dell’infanzia a rischio. Con il Pnrr la copertura degli asili in Calabria al 40%

Pubblicato il: 14/11/2024 – 7:10
In Italia sempre meno bambini e sempre più poveri

ROMA Sempre meno bambini e sempre più poveri. L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno. Sono alcuni dei dati inediti contenuti nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, pubblicato oggi da Save the Children. L’Atlante restituisce la fotografia della prima infanzia in un Paese fragile, con profonde disuguaglianze sociali e territoriali, in cui i nuovi nati sono sempre meno e le opportunità, fin dai primi mille giorni di vita, non sono uguali per tutti, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori, ricorda il rapporto, sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al 12,4%, famiglie che si sono confrontate negli ultimi anni anche con aumenti rilevanti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, infatti, la spesa per prodotti alimentari per la prima infanzia (latte e pappe) è salita del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%) mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in particolare all’offerta privata (mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%). Sul fronte dei servizi educativi, spiega Save the Children, le famiglie incontrano molte difficoltà. Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni (30%) trova posto in un asilo nido , un servizio fondamentale per combattere le disuguaglianze, con forti disparità territoriali. Nel 2026, quando dovrebbero concludersi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ferma restando l’incognita sui costi di gestione che dovranno essere sostenuti dai comuni, si stima che l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia salirà al 41,3% a livello nazionale, non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030. Tuttavia, questa crescita rischia di non compensare i divari territoriali, tanto che due Regioni, Campania e Sicilia, che attualmente hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), in base alle stime sui progetti in corso, non riuscirebbero a raggiungere neanche il 33%, arrivando la prima al 29,6% e la seconda al 25,6%. Eppure, la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione, e presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica. Sempre tra le regioni del Sud, la Puglia è previsto raggiunga il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%. (Askanews)

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