CATANZARO «Rafforzare la consapevolezza sull’importanza della parità di genere come leva strategica, economica e sociale, favorendo al contempo l’occupazione femminile». E’ questo l’obiettivo al quale punta la Regione Calabria con il nuovo avviso pubblico per promuovere la Certificazione della Parità di Genere tra le piccole e medie imprese (Pmi) del territorio: l’avviso pubblico, curato dal Dipartimento Lavoro, è stato presentato oggi in una conferenza stampa in Cittadella dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, dal vicepresidente e assessore all’Organizzazione e Risorse umane, Filippo Pietropaolo, dagli assessori regionali Caterina Capponi, Politiche sociali e Pari opportunità, e Giovanni Calabrese, Lavoro e Formazione professionale, dalla consigliera regionale di Parità, Tonia Stumpo, dal dg del Dipartimento regionale Lavoro Fortunato Varone.
Il bando, che fa parte del Piano per l’Occupazione 2023-2027, finanzia fino al 100% delle spese sostenute dalle piccole e medie imprese calabresi per ottenere la certificazione secondo la norma Uni/PdR 125:2022: la dotazione complessiva dell’avviso pubblico è pari a 3 milioni. I destinatari – è stato spiegato in conferenza stampa – sono lavoratrici e lavoratori con le seguenti tipologie contrattuali: contratto di lavoro di diritto privato a tempo indeterminato o a tempo determinato (in entrambi i casi sia a tempo pieno, sia a tempo parziale); contratto di apprendistato (ai sensi del dlgs 81/2015); soci-lavoratori di cooperative (che partecipino o non partecipino agli utili). Sono ammesse a presentare domanda di contributo le Pmi che abbiano almeno un dipendente in pianta organica e sede operativa sul territorio della Regione Calabria. Il contributo massimo varia in base alla dimensione aziendale, da 2.200 euro a 9.600 euro.
«Sono molto felice – ha detto Occhiuto – che ci sia un’iniziativa concreta per promuovere la parità di genere attraverso la certificazione per le aziende. Sarebbe bello che si potesse prevedere nei bandi riservati alle aziende in futuro una premialità per le aziende che si certificano in ordine alla parità di genere in una regione dove i tassi di disoccupazione sono molto alti ma soprattutto sono alti quelli che riguardano le donne. Tutti i dati macroeconomici, tutte le realtà territoriali dicono che laddove è più alta la disoccupazione femminile c’è minore sviluppo, quindi investire sulla parità di genere significa anche investire sullo sviluppo della regione. Il bando – ha sostenuto Occhiuto – partirà subito, ci sta lavorando Fincalabra, ci ha lavorato insieme al garante Tonia Stumpo che non ho scelto io e che ho confermato, e sono felice di averla confermata perché questa è una buona iniziativa che pone la Calabria all’avanguardia su un tema sul quale spesso si fanno molte parole e pochi fatti». Per il vicepresidente Pietropaolo «il bando è un’iniziativa abbastanza innovativa, spero che molte aziende vogliono aderire perché vorrà dire che c’è una sensibilizzazione che sta crescendo verso la parità che è l’obiettivo che noi vogliamo raggiungere». A sua volta, l’assessore regionale al Lavoro Calabrese ha specificato che «insieme al nostro presidente, siamo pronti per dare un segnale alla Calabria, un segnale di attenzione verso le donne per abbattere le barriere di discriminazione che ci sono nei confronti del mondo e cercare di accrescere il lavoro femminile. Ancora le percentuali sono basse: ci sono ottimi segnali di cambiamento ma ancora il percorso è lungo. Per questo motivo abbiamo voluto incentivare le aziende che spesso non spendono risorse in questa direzione, mettendo a disposizione una dotazione molto importante. Siamo convinti e certi che le aziende calabrese risponderanno in modo positivo». Infine, l’assessore regionale al Welfare Capponi: «Questo bando è importantissimo non solo perché la presentazione avviene nella Giornata internazionale contro le violenze di genere ma perché dà un contributo importantissimo alle medie e piccole imprese dando una certificazione della parità di genere che in questo momento è importantissima perché i dati Istat fanno riflettere». (c. a.)
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