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Curcio: «No alla separazione delle carriere. Catanzaro? Al momento è solo una proposta…» – VIDEO

Il procuratore di Lamezia sull’ipotesi di riforma: «Il timore è un pm sottoposto al ministro». Sulla nomina nel capoluogo non si sbilancia

Pubblicato il: 27/11/2024 – 11:29
di Antonio Cantisani
Curcio: «No alla separazione delle carriere. Catanzaro? Al momento è solo una proposta…» – VIDEO

CATANZARO Il tema della riforma della giustizia (con il braccio di ferro tra governo e magistratura), e in generale quello della lotta alla criminalità organizzata e non, alla luce delle ultime novità: ad affrontarli, parlando con i giornalisti a margine di un incontro all’Università di Catanzaro, il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio. Il primo step riguarda la riforma della giustizia e il “tema dei temi”, la separazione delle carriere.

«Contrario alla separazione delle carriere»

«Personalmente – ha detto Curcio – io sono assolutamente contrario alla separazione delle carriere, per due ragioni. La prima perché la separazione delle carriere è stata indicata come la panacea di tutti i mali: non è la separazione delle carriere che è alla base del non corretto funzionamento, in termini di efficienza e rapidità, del sistema di giustizia. L’altra ragione è che invece di avvicinare il pubblico ministero, il magistrato requirente alla cultura della giurisdizione, alla cultura della responsabilità, alla cultura della prova, noi in questo modo lo allontaniamo. È vero, per carità, che anche la novellata Carta costituzionale sul punto ribadisce l’autonomia ed indipendenza del pubblico ministero ma è altrettanto vero che pensare ad un pubblico ministero separato dal giudicante con due distinti organi di autogoverno e come riforma fine a se stessa francamente mi pare un po’ difficile perché – ha sostenuto il procuratore di Lamezia – il timore di tutti è che il passo successivo sia la costruzione piramidale gerarchica e quindi la sottoposizione della magistratura requirente al ministro di Grazia e Giustizia. Come in altri paesi, solo che in altri paesi – per esempio in Francia – le indagini serie non le fa il pubblico ministero ma le fa un organo indipendente che è il giudice istruttore».

Dalle intercettazioni all’eliminazione dell’abuso d’ufficio

Dal tema delle intercettazioni, oggi più limitate rispetto al passato, a quello della eliminazione di alcuni reati come l’abuso d’ufficio, Curcio ha poi osservato: «In realtà le riforme, almeno per quello che allo stato si sente dire, non toccano il profilo della criminalità organizzata di tipo mafioso, se vogliamo riferirci a questa. Il sistema del cosiddetto “doppio binario processuale” sia in termini di indagini di normativa sulle indagini preliminari sia in termini di normativa sull’attività dibattimentale processuale in senso stretto è rimasto pressoché invariato, però è chiaro che da magistrato del pubblico ministero su tutti questi aspetti io come molti altri colleghi ho le mie riserve. E’ chiaro – ha rimarcato il procuratore di Lamezia – che se vai ad incidere sulla capacità, sul volume di fuoco della magistratura requirente poi i risultati saranno sicuramente minori rispetto a quelli che ciascun cittadino in termini di garanzia della sicurezza sociale e delle esigenze di protezione sociale si aspetterebbe.  L’abuso d’ufficio? Ora vediamo, perché la questione è stata già rimessa alla Consulta, vediamo quello che succederà».

La nomina a Catanzaro

Inevitabile la domanda sulla (concretissima) possibilità della sua nomina a procuratore della Repubblica di Catanzaro (si attende il plenum del Csm dopo l’indicazione all’unanimità della quinta Commissione del Csm), ma – comprensibilmente – Curcio non si è sbilanciato: «Sono il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, allo stato c’è solo una proposta, è il nulla ancora».

La tutela penale del lavoro

Curcio infine si è soffermato sul tema al centro dell’incontro all’Università di Catanzaro, la tutela penale del lavoro, un tema – ha sottolineato – che «è stato in realtà trascurato per molti decenni. Con l’introduzione di una nuova fattispecie di reato, l’articolo 603 bis il codice penale nella sua duplice portata del caporalato dello sfruttamento del lavoro si sono un po’ accesi i riflettori, però la problematica è estremamente complessa e ha bisogno di una maggiore attenzione non solo in sede giudiziaria ma anche sociale per accendere i riflettori su un tema che è estremamente diffuso e che coinvolge anche degli aspetti, anzitutto l’etica, e un certo modo di fare impresa. E’ necessaria – ha concluso il procuratore di Lamezia – non solo un’attività giudiziaria stringente perché il momento repressivo non è mai risolutivo di un problema, ma una sinergia di tutte le articolazioni istituzionali per far sì che insieme si affronti il problema in maniera organica e complessiva». (a.cantisani@corrierecal)

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