L’ultima giornata di campionato di serie B è stata favorevole solo al Catanzaro che, a differenza del Cosenza sconfitto di misura dal Frosinone, ha sfruttato al meglio il turno casalingo conquistando, seppure all’ultimo respiro, tre punti d’oro dopo cinque pareggi di fila.
Il Catanzaro è guarito! L’antidoto alla pareggite risponde al nome di Federico Bonini che decide il match giocato al Ceravolo contro il Brescia. Un gol che arriva sui titoli di coda, al ’98, e che porta le firme degli uomini che non ti aspetti: cross di Scognamillo e testa di Bonini. Lezzerini non può nulla e il Catanzaro finalmente festeggia.
E lo ha fatto con merito, al termine di una partita nella quale ha fatto sicuramente di più per vincere, anche se, come succede praticamente sempre, deve prima andare sotto per riuscire ad ingranare. Il gol di Bjarnason, che aveva già punito il Catanzaro anche nella scorsa stagione, ha castigato le aquile dopo 21 minuti, provocandone però anche la reazione.
I giallorossi hanno cominciato a spingere trovando con Biasci, al secondo gol stagionale, il pareggio prima dell’intervallo. Nella ripresa ritmi più compassati e pioggia che continua a condizionare le giocate palle a terra, con terreno di gioco pesante e vento a sferzare il campo. Il Catanzaro è rimasto padrone del campo e nel finale si è visto prima annullare, per una questione di millimetri, il gol del 2-1 di Compagnon e qualche istante dopo (dopo la lunga revisione al Var) ha trovato il gol vittoria di Bonini.
Tornare al successo era l’unico obiettivo di giornata per la squadra di Caserta che muove in maniera importante la sua classifica e soprattutto si leva dalle spalle il peso di un tabù che sembrava non dovesse più cadere e che cominciava a condizionare anche la testa dei giocatori giallorossi. Liberatisi di questo macigno, per i giallorossi comincia un nuovo campionato.
Crema: il ritorno al gol di Tommaso di Biasci è l’altra nota lieta di giornata. L’attaccante, in doppia cifra nella scorsa stagione, aveva realizzato sin qui un solo gol, nella vittoria casalinga per 3-1 sulla Carrarese. Averlo ritrovato dal punto di vista realizzativo rappresenta per Caserta un’importante arma in più. La coppia gol Iemmello-Biasci torna a trascinare il Catanzaro.
Amarezza: l’ammonizione rimediata da Brighenti gli costerà la trasferta in casa del Palermo. Il difensore giallorosso era, infatti, diffidato (al pari di Iemmello). La sua assenza costringerà mister Caserta a riveder qualcosa nell’assetto difensivo del Catanzaro che finora ha puntualmente contato sull’esperto numero 23 affiancato da Scognamillo e Bonini. (Stefania Scarfò)
Al quarto legno del Frosinone, colpito da Luca Garritano (sì, proprio quel Garritano, cosentino purosangue, che in era covid, con addosso la maglia del Chievo, salvò a distanza i suoi Lupi con un gol al 90′ da romanzo strappalacrime), in molti avranno pensato «ecco, anche stavolta la fortuna è dalla parte del Cosenza». E invece no, la squadra di Massimiliano Alvini è finita al tappeto dopo una striscia di sette risultati utili. Lo ha fatto nella serata peggiore, contro una diretta, per ora, concorrente alla salvezza, sfortunata e aiutata dal direttore di gara in almeno due circostanze: fallo su Ricciardi nell’occasione del gol dell’1-0 e rigore, netto, non concesso ai silani per un tocco di mani in area.
Non ha girato nulla della sfida del “Marulla”, dalla difesa (apparsa fragile e ingenua), al centrocampo lento e prevedibile, mentre l’attacco, servito poco e male, è tornato ad essere invisibile o giù di lì. È un’analisi semplice di novanta e più minuti da dimenticare in fretta nella corsa complicatissima che porta alla permanenza in B. Un’analisi che nulla toglie al cammino di un gruppo di calciatori, guidati da un allenatore valido anche umanamente che – lo ripetiamo ancora – merita solo applausi e rispetto per quanto è riuscito a fare fino a qui, nonostante un contorno (parliamo della società) sempre più incerto e preoccupante. Alla fine del girone d’andata mancano tre partite e di queste una sarà il derby di Santo Stefano. Poi, nel mercato di gennaio, bisognerà necessariamente mettere mano al portafoglio per dare il giusto sostegno a chi finora si è fatto il mazzo con lavoro e fantasia per colmare limiti tecnici evidenti. Tra voci di debiti e pendenze non rientrate (vedi, ad esempio, il caso steward), ci sono i presupposti per poterlo fare? Qualcuno dalle stanze dei bottoni batta un colpo.
Crema: la sconfitta, macchiata dagli errori arbitrali (che, purtroppo, al Cosenza capitano spesso e bisogna metterli in conto), non cancella il percorso convincente dei ragazzi di Alvini. In classifica, senza quel devastante -4 che non dipende da loro, avrebbero 20 punti e non paura di finire male al primo passo falso. La caduta di sabato non annulla il loro entusiasmo e la passione che buttano sul campo anche in giornate storte. Non cancella neanche la prestazione del solito Alessandro Micai, autore di almeno tre interventi prodigiosi che hanno tenuto a galla fino alla fine il Cosenza. Di lui si dovrebbe parlare un po’ di più.
Amarezza: il gol del Frosinone era da annullare? Probabilmente sì. Dopo il tiro in porta di Rizzo Pinna c’era il rigore per il Cosenza? Probabilmente sì. E tanti altri piccoli grandi episodi che avrebbero potuto cambiare il risultato della partita, ma non il volto. E sì, perché, al di là di queste clamorose sviste arbitrali, resta ugualmente la prestazione negativa dei rossoblù, ammessa con la solita sincerità da Alvini. A ciò, si aggiunge un dispiacere: non vedere in campo da un pezzo D’Orazio e Camporese, due elementi di spessore ed esperienza che negli ultimi anni hanno fatto le fortune del calcio bruzio, non è bello. Non vogliamo sapere le ragioni di tale accantonamento, che siano tecniche o no, poco importa. Diciamo solo che dispiace che non stiano prendendo parte a quest’ennesima battaglia per la sopravvivenza. (Francesco Veltri)
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