VIBO VALENTIA «L’acqua non è più infinita, ma è un bene da custodire. E, soprattutto, diventa un fattore di competizione produttiva». È stato presentato oggi, presso la sala convegno dell’Hotel 501 a Vibo Valentia, il report del Consorzio di bonifica della Calabria. Una sala gremita, tra dipendenti, tecnici ed esponenti politici, per il primo resoconto dopo la riforma che unito in un unico ente i diversi consorzi calabresi. Una «intuizione del presidente Occhiuto», come sottolinea a margine dell’evento il commissario Giacomo Giovinazzo, «per rendere unitaria l’operazione sulla bonifica e sull’irrigazione» e che arriva «in un momento particolare in cui il paradigma dell’acqua sta cambiando». «La capacità di conservare l’acqua, di utilizzarla in modalità corretta e di toglierla quando ce n’è troppa, il dissesto idrogeologico sono i motivi per cui il Consorzio è stato creato».
Aumento delle risorse, sblocco di alcuni lavori e, soprattutto, stipendi garantiti a tutti i lavoratori. Giovinazzo rivendica i risultati raggiunti e anticipa già quelli futuri su cui si sta lavorando: «Quest’anno abbiamo costruito un contenitore, ora stiamo cominciando a dare i contenuti. Abbiamo iniziato a dare risposte e abbiamo affrontato una una stagione irrigua tra le più complicate degli ultimi 20 anni». Tra i progetti in itinere Giovinazzo ricorda la pulizia dei canali, «che non erano puliti da almeno 30 anni». Ma chiede anche la vicinanza degli agricoltori: «Il nostro motto è: un consorzio al servizio degli agricoltori e del territorio. Significa che i tributi vanno pagati, l’acqua va pagata perché se noi garantiamo i servizi i pagamenti servono, oltre a mantenere in vita il consorzio, ad investire sui territori». Un percorso, dunque, che va di pari passo con quello degli agricoltori: «La Calabria nelle sue pianure e in tutto il sistema agricolo ha produzioni di qualità. Per farle, bisogna dare anche acqua di qualità. Io dico che l’acqua data dal consorzio sia più conveniente di quella tirata fuori dai pozzi. Il rafforzamento e il prolungamento della rete, la misurazione dell’acqua, sono tutti elementi che giocano a favore anche dei produttori. Io devo pagare qualcosa se questo è un servizio».
Presenti anche gli esponenti della Regione, il vicepresidente Filippo Pietropaolo, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e l’assessore Gianluca Gallo. «Oggi – ha detto Pietropaolo – è una bellissima giornata perché si dà testimonianza di un lavoro importante». Il vicepresidente ricorda «la determinazione del presidente Occhiuto» nel volere la riforma «a tutti i costi» e ringrazia tutti i soggetti «chiamati alla governance di questo nuovo consorzio, ma anche tutti i dipendenti dei precedenti 11 consorzi. Stanno rendendo una nuova vita, una nuova storia e un nuovo racconto su come dare agli agricoltori servizi più efficienti ed efficaci». Risultati «non scontati», ribadisce Pietropaolo, soprattutto «per come si veniva fuori dagli 11 consorzi precedenti». Su un futuro positivo, il vicepresidente non ha dubbi: «Assolutamente sì, ci sono le premesse per raggiungere ciò per cui il consorzio serve, cioè un’efficiente gestione delle risorse assegnate, della gestione dei servizi agli agricoltori e del territorio: questi sono gli obiettivi primari».
Una riforma fortemente voluta da Occhiuto, ma ottenuta anche grazie alla sinergia e alla collaborazione del Consiglio regionale. «La legge – afferma a margine Filippo Mancuso . chiarisce il clima che c’è in questa legislatura, un grande affiatamento tra Giunta e Consiglio. Il presidente ha ritenuto che questa fosse la battaglia delle battaglie e alla fine siamo arrivati ad approvare una legge storica che darà i suoi frutti in termini di continuità amministrativa». Anche perché, aggiunge il presidente del Consiglio regionale, – «l’agricoltura è il settore più importante della nostra regione. I problemi non si risolvono solo con la costituzione del consorzio, ma deve essere tutto conseguenziale. Io penso ci saranno grosse soddisfazioni sia per gli imprenditori che per i lavoratori del consorzio che hanno bisogno di tranquillità economica». (ma.ru.)
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