RENDE Il laboratorio di Marcello Manna c’è ed aggiunge i temi politici a quelli giudiziari: sullo scioglimento si parte dall’esposto approntato «dopo aver letto le carte – dice l’ex sindaco aprendo l’incontro con la stampa in un bar rendese – Abbiamo avuto conferma che dietro c’è il nulla: 15 persone sono state sentite in caserma Grippo, solo due hanno detto cose rilevanti ma false, ora la procura ne valuti la portata ed eventualmente persegua chi ha determinato lo scioglimento del comune di Rende» (il riferimento è a un funzionario ed ex assessore comunale).
Poi Manna ripercorre i mesi in cui sono state presentate istanze in prefettura – abbiamo invitato «a controllare le carte» – e una richiesta anche al presidente della Repubblica. «C’è un grande imbroglio dietro lo scioglimento del comune di Rende» attacca il penalista prima di passare ai temi più prettamente politici: «Stiamo ragionando su un programma partecipato coi cittadini come nel 2014 e nel 2019. Siamo tanti che riempiremmo il cinema Garden» aggiunge criticando quelle che definisce «volgari manifestazioni pseudo antimafia davanti al Municipio che hanno lasciato il tempo che hanno trovato».
Continuerà la stagione del civismo, puntualizza: «Troviamoci sui temi, noi restiamo liberi dagli schemi e forse siamo stati puniti per questo. Il 77% dei non votanti al referendum dimostra che i partiti non hanno più presa: non abbiamo parlato né con i sostenitori del Sì né con quelli del No, erano una compagnia imbarazzante. La fusione va fatta ma per bene, come a Corigliano Rossano. Cosenza è sofferente».
Infine un passaggio sulla «finzione del PSC, lo hanno annullato ma la stessa commissione urbanistica lo sta per approvare. È uno scandalo. Stiamo denunciando il funzionario che ha redatto la relazione sul PSC scrivendo cose false, i tecnici Unical chiamati dai commissari avevano scritto che il Piano era a posto. Bisogna fermare il disastro dei commissari, chiederemo al prefetto di intervenire, le tasse sono al massimo, asilo e trasporto sono diventati spese insostenibili: servono amministratori, non triplicare le multe e reprimere trascinando la città nel disagio. Noi saremo vicini al sociale e faremo riprendere la corsa a una città dove la politica è andata a braccetto con gli inquirenti: la sentenza Malarintha conferma questo, anche su Reset ci sono segnali in questa direzione. Si tratta di ingiustizie nei confronti della città più che per noi», conclude Manna.
Anna Maria Artese denuncia invece i finanziamenti persi in questi due anni e lo smantellamento dell’ufficio del welfare. «Il centro sull’autismo era l’unico del mezzogiorno, era in Agenda Urbana ma non ne abbiamo più notizie così come per il Centro Alzheimer in viale dei Giardini, dove ora hanno trasferito l’Auser. Anche il Palazzetto della disabilità, nostro progetto con l’Unione Ciechi, va a rilento. Per la prima volta la presidenza della guida del distretto dell’ufficio del piano è passata dalla capofila Rende a un’altra città» (Castrolibero).
Lisa Sorrentino rilancia: «Che fine ha fatto il milione di fondi Pnrr per il digitale? E tutte le altre risorse intercettate? Sono risposte da dare prima ai cittadini che a noi».
Anche Marta Petrusewicz lamenta lo stop ai lavori finanziati in ambito culturale, a partire da 400mila euro per il Museo del presente, lo stallo del museo della ceramica e nei lavori al castello, due biblioteche non si sa che fine hanno fatto. Non sanno cos’è il Terzo Paradiso di Pistoletto e installano decorazioni pacchiane». Dall’ ex assessora un’ultima frecciata su Sandro Principe che «ha vinto la sua campagna referendaria sul bla bla identitario e sullo smarrimento della popolazione rendese». (euf)
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