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Cittadini in uniforme

Per cultura e tradizione i militari in Italia hanno sempre votato a destra. Da qui sorge la domanda: sinistra e divisa militare sono incompatibili? Non è detto. Bisogna vedere come si affronta il …

Pubblicato il: 13/01/2025 – 9:30
di Bruno Gemelli
Cittadini in uniforme

Per cultura e tradizione i militari in Italia hanno sempre votato a destra. Da qui sorge la domanda: sinistra e divisa militare sono incompatibili? Non è detto. Bisogna vedere come si affronta il ragionamento. Certo, le vecchie e nuove incrostazioni corporativistiche è difficile smontarle. Specie ora che c’è una visione imperialista mondiale che vede affermare le idee di una nuova destra che mette insieme Trump, Orban, Milei, l’austriaco Herbert Kickl, Marine Le Pen, ecc. ecc.
Tuttavia, ogni tanto qualche esponente della sinistra storica si pone questo problema. Per esempio Walter Veltroni di recente ha detto: «Sbaglia la sinistra a pensare che il problema della sicurezza dei cittadini non sia una priorità, non la riguardi. Che sia solo un’invenzione o una semplice percezione indotta da social, media, politica. E non sbaglia solo perché così lascia spazi enormi alla destra e a derive securitarie che possono essere pericolose per la stessa convivenza pacifica». Veltroni l’ha presa alla larga, ma il nocciolo è questo. Il tema della presenza della sinistra nell’ambito militare c’è stato e qualcuno se lo è posto in tempi ormai remoti. Se lo pose per esempio, negli anni ’70, ovvero 50 anni fa, un tizio che si chiamava Falco Accame.

Chi era costui?

Falco Accame, nato a Firenze il 17/4/1925 e morto a Roma il 13/12/2021, è stato ammiraglio, già comandante del cacciatorpediniere Indomito fino al luglio 1975. È stato altresì eletto alla Camera dei deputati prima nel 1976 e poi nel 1979 tra le file del Partito Socialista Italiano, con un cursus honorum lunghissimo. Come presidente della “Fondazione Internazionale per la Pace Nino Pasti”, ha rappresentato in Italia il “Tribunale R. Clark per i crimini di guerra della NATO nella ex Jugoslavia”. È stato presidente e vicepresidente della Commissione Difesa nonché membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle commesse militari. Ha svolto l’incarico di consigliere alla Regione Liguria e al Comune di Roma ed è stato consigliere nazionale di Legambiente.
Ed ancora: è stato presidente della “Ana-Vafaf”, associazione che tutela le famiglie dei militari deceduti in tempo di pace; con quest’associazione s’è occupato, fra l’altro, delle conseguenze che l’uso di armamenti contenenti uranio impoverito ha provocato sui soldati italiani nelle missioni in Libano, Iraq, Bosnia ed Erzegovina, Somalia e Kosovo. Infine, è stato anche presidente onorario del “Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia” (CIVG), nonché vicepresidente del comitato Seagull per la sicurezza in mare e membro del Comitato per la difesa e il rilancio della Costituzione. Insomma, una personalità impegnata su più fronti. Accame, nel 1975, organizzò e presiedette un convegno del Psi (segretario Francesco De Martino) dal titolo: “Il rinnovamento delle forze armate nel rinnovamento dello Stato e del Paese”. Gli atti del convegno furono pubblicati dalla casa editrice Lerici. Accame, scrivendo l’introduzione di questo saggio, scrisse a suo tempo: «… mi sembra rivesta un interesse del tutto particolare in un momento in cui è diventato assolutamente indilazionabile un adeguamento della vita delle FFAA ai dettami della Costituzione». Poi ci sono altri due libri che testimoniano l’odierno, faticoso, pluralismo di vedute. “La comunista che amava il tango. Cristina Casati Stampa di Soncino” di Massimo Novelli (Ugo Mursia Editore, 2024) e “Non ho parlato – Storia di un Carabiniere torturato dai nazisti” di Angelo Ioppi (Riccardi Minerva edizioni, 2014 – ristampa). Nel primo libro si narra la storia di Maria Cristina Casati Stampa di Soncino, una nobildonna milanese che sfidò le convenzioni sociali e politiche del suo tempo. Una vita che è stata un vortice di arte e passione. Lei: danzatrice di tango, creatrice di moda, pittrice e scrittrice. Dalla fuga d’amore in Australia, con il primo marito, all’amicizia con Frida Kahlo e Diego Rivera, fino all’adesione al comunismo e alla partecipazione alla guerra civile spagnola. Un viaggio affascinante attraverso la vita di una donna che ha osato vivere secondo le proprie regole, unendo l’amore per l’arte e la danza con l’impegno politico. Nel secondo libro l’autore avverte in premessa che il saggio «non vuole essere l’apologia di me stesso, ma la narrazione precisa, accurata e fedele di tutti i giorni da me vissuti dall’8 settembre 1943 al 4 giugno 1944, con particolare riguardo a quelli trascorsi come morituro nelle prigioni di via Tasso… Io non ho parlato e da me modestamente, dipendevano le vite di parecchie persone: una mia cantata avrebbe perciò fatto molto gola alle SS. Ringrazio quindi sempre Iddio di avermi dato la forza di non rivelare nulla su quello che sapevo».
Angelo Ioppi è stato un sottufficiale dei Carabinieri, Medaglia d’oro al valor militare. D’altra parte il sito del SIMCAR, il sindacato dei Carabinieri ricorda il significato della data 5 giugno 2020. «La data coincide con quella del 5 giugno 1920, giorno in cui la Bandiera dell’Arma fu insignita della sua prima medaglia d’oro al valor militare per il tributo di sangue versato durante la prima guerra mondiale. Duecentosei anni da quel lontanissimo 13 luglio del 1814 ed anche noi, sommessamente, vorremo ripercorrere – per quanto sommarie e certamente incomplete – le tappe più importanti che dalla sua fondazione, hanno visto protagonista la nostra Benemerita fino ai giorni nostri».

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