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Incarnato manciniani “pentiti”: dal contributo per la statua di Giacomo al silenzio sullo «sfratto»

Tra i donatori c’è Pina, assessore della stessa giunta Caruso che oggi vuole spostare l’opera di Sepe. Ma non sono i soli socialisti assenti

Pubblicato il: 18/01/2025 – 15:48
Incarnato manciniani “pentiti”: dal contributo per la statua di Giacomo al silenzio sullo «sfratto»

COSENZA Ci sono gli amici di sempre – Enzo Arcuri, Sergio Dragone, Antonlivio Perfetti, Luigi Zinno ed Elena Scrivano – e gli ex assessori come Pierangelo Dacrema e Vincenzo Gallo, o il “generale” Luciano Sergio Crea, i politici di più o meno lungo corso – da Franco Pichierri a Mario Tassone o Rosario Olivo, da Gianpaolo Chiappetta ad Anna Falcone, da Nicola Irto a Saverio Greco, da Cesare Marini a Salvatore Magarò, da Bianca Rende a Valdo Spini, da Giuseppe Ciacco a Raffaele Fuorivia, questi ultimi due oggi vicini alla giunta Caruso – ma c’è anche qualche sorpresa: tra i ringraziamenti della Fondazione Giacomo Mancini per il contributo alla realizzazione della statua delle polemiche, infatti, alla lettera I figura anche un inaspettato Incarnato, nel senso di Pina, ma sicuramente non senza l’avallo, a suo tempo, di papà Gigino.
Stamattina in piazza Carratelli, al flash mob promosso dalla Fondazione per protestare contro lo spostamento dell’opera di Domenico Sepe raffigurante il leader del Psi già ministro e sindaco di Cosenza, molta società civile e simpatizzanti, ex militanti socialisti con garofano all’occhiello, amici della Fondazione ma pochi esponenti dei partiti – e dell’attuale galassia socialista in primis – se si eccettuano il dem Salvatore Giorno, da sempre vicino a Giacomo Mancini jr, e Maria Pia Funaro al fianco di Walter Nocito in rappresentanza di Alleanza Verdi Sinistra. E poi Roberto Bartolomeo (Lega) e il consigliere comunale di opposizione Michelangelo Spataro ma anche i sindacati con Massimiliano Ianni (Cgil) o Roberto Castagna volto storico della Uil calabrese, il socialista di lunghissima militanza Salvatore Magarò così come Pappaterra padre e figlio.
Si affacciano i consiglieri Roberto Sacco e Francesco Caruso («con tanti problemi che attualmente attanagliano la città di Cosenza, questa speciosa diatriba poteva tranquillamente essere evitata» dice lo sfidante del suo omonimo alle ultime amministrative), non pervenuto – per ovvi motivi – il gruppo socialista a Palazzo dei Bruzi né tantomeno Mimmo Frammartino, storico esponente del Psi e oggi iscritto al gruppo misto, Allo stesso modo, i due Incarnato – petali fondamentali del “garofano magico” di Franz Caruso – oggi si sono visti bene dal partecipare al flash mob. Chissà se, in virtù del sostegno all’iniziativa-tributo, potranno far rivedere le proprie posizioni al sindaco. (euf)

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