COSENZA Socialisti, cittadini, cosentini: tutti riuniti e pronti a sfidare l’allerta arancione, davanti e accanto la statua di Giacomo Mancini. Il busto del leone socialista è protagonista della decisione del sindaco di Cosenza Franz Caruso di spostare la statua del concittadino. Il monumento eretto dalla Fondazione Mancini e acquistato con la sottoscrizione di molti cittadini è stato posto davanti al municipio all’inizio del corso principale. Il figlio Pietro e il nipote Giacomo l’avrebbero voluta al centro della piazza posta a lato dell’Elmo di Paladino, ma il sindaco chiese e concordò di erigerla nel luogo dove si trova a beneficio dei tanti cosentini che scattano affettuosi selfie accanto al sindaco più amato del Novecento bruzio. Nelle clausole dell’accordo è scritto che l’amministrazione comunale può decidere di spostare il monumento per motivi particolari quali potrebbero essere un intervento di protezione civile o un cambio del piano del traffico con l’eliminazione dell’isola pedonale per esempio. Ebbene, niente di tutto questo è accaduto e lo scorso 2 gennaio, con una Pec, il primo cittadino ha comunicato lo «sfratto».
Il flash mob organizzato stamane, a presidio della statua, è anticipato dall’affondo duro di Giacomo Mancini jr. Che bolla così lo sfratto ordinato dal sindaco. «Un atto ignobile, violento, volgare, offensivo. Ho finito gli aggettivi per trasmettere e comunicare la nausea che noi e la Fondazione, i socialisti, i cosentini, i calabresi hanno registrato da quando è uscita questa disposizione di sfratto inviata via Pec, firmata il 2 gennaio. Non c’è un motivo valido né amministrativo, né politico, è soltanto una vile azione per fare violenza di una storia apprezzata da tutti i cosentini, da tanti calabresi e per sradicare dal luogo più iconico un simbolo che in soli due anni è diventato un punto di riferimento per tanti per tanti cittadini e tante cittadine». E poi il claim. «Diciamo no, la storia non si sfratta».
Il nipote del Leone socialista ricorda il giorno dell’inaugurazione. «L’idea dello scultore a noi era piaciuta e piacque molto anche al sindaco che poi ha sfrattato la statua». Per Mancini jr non ci sono dubbi. «Temo che a muovere la mano del sindaco sia stata un’avversione contro la mia persona». Le parole del nipote dell’ex sindaco di Cosenza, anticipano il lungo e durissimo intervento del figlio di Mancini. Pietro, accanto alla statua del papà, si rivolge ai cittadini e invia un messaggio chiaro a Franz Caruso. «Un sindaco pro tempore che in vita non ha mai stimato». (f.benincasa@corrierecal.it)
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