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IL PERSONAGGIO

“I buoni maestri”

Franco Piperno ne ha avuto uno bravissimo: insegnava filosofia al liceo Galluppi di Catanzaro, si chiamava Giovanni Mastroianni

Pubblicato il: 20/01/2025 – 9:27
di Bruno Gemelli
“I buoni maestri”

La pubblicistica corrente attribuisce a molti leaders del Movimento del ’68 la definizione di “cattivi maestri”, da Toni Negri e dintorni in giù, tanto per capirci. Secondo questa prassi Franco Piperno sarebbe appartenuto a tale categoria. Ma, nel caso specifico, per la legge dei vasi comunicanti, c’è da chiedersi se Piperno, a sua volta, abbia avuto un cattivo maestro.
Egli un maestro l’ha avuto, ma era un bravissimo maestro e insegnava filosofia nel liceo Galluppi di Catanzaro. Si chiamava Giovanni Mastroianni (Catanzaro 1921 – Imola 2016) e fu, appunto, professore e mentore di Piperno.
Per una curiosa combinazione c’è un libro, forse il solo, che ospita contemporaneamente brevi scritti di Mastroianni e Piperno. Si tratta del libro di memorie, “Vecchio Galluppi – un liceo, una città” (Rubbettino, 1991) che vergò l’allora preside Ezio Galiano, che era cieco dall’età di 18 anni. Nel volume in questione, ricco di ricordi, Mastroianni e Piperno aderirono all’invito del medesimo preside, era il 1986, che chiedeva agli ex alunni del liceo classico una memoria su quella esperienza scolastica.
Mastroianni chiuse il suo scritto con queste parole: «Fra i compagni che lasciavo a completare regolarmente il corso, il secondo nell’elenco, Mimmo Badolato, non sapevo che era figlio di un sovversivo, nientemeno di un comunista. Anche per questo prevedevo che sarebbe diventato partigiano, lui così quieto e pacioso, e i tedeschi lo avrebbero fucilato. La sua vicenda e la mia sono in qualche modo rispettivamente esemplari».
Piperno, da alunno, chiuse la sua testimonianza ricordando l’amico Bruno (?): «Bruno è morto una mattina d’estate, nella sua “Cinquecento” piena di libri, lontano, su una strada provinciale della pianura padana. Bruno è morto ed il mio mondo ha perduto qualcosa che l’aiutava a tenersi insieme. Non per questo Bruno è nel passato: perché la distinzione tra passato, presente e futuro è un’illusione della coscienza anche se tenace».
Di quella generazione, di quella scuola, vivono ancora in tanti. Come il pedagogista Nicola Siciliani De Cumis che per anni ha insegnato nelle carceri o l’onorevole Mario Tassone che oggi ricorda come Franco Piperno, da giovanissimo, fosse iscritto alla G.i.a.c. (Gioventù italiana d’azione cattolica). Interpellato aggiunge: «L’ultima volta che vidi Franco Piperno fu a casa di Giacomo Mancini la sera che morì».
La cifra finale del professor Mastroianni, per concludere, la diede l’associazione culturale Gutemberg, ideata dal preside Dino Vitale: «Mastroianni, nato a Catanzaro nel 1921, dopo l’esperienza drammatica del fronte russo [fece parte dell’Armir nella disfatta di Russia nel 1941-43 ndr] si è laureato a Messina nel 1944 con una tesi sull’Estetica di Benedetto Croce, col quale ha avuto uno scambio epistolare. Ha poi insegnato Filosofia e Storia per molti anni nel Liceo classico Pasquale Galluppi di Catanzaro e diretto per alcuni anni il Liceo scientifico Luigi Siciliani della stessa città. Ha insegnato filosofia della Politica nell’Università della Calabria dal 1974 al 1991. Fine conoscitore della lingua e della cultura russa, segnalato traduttore di Bogdanov, Mastroianni ha condotto i suoi studi con esemplare metodo storico-filologico, su autori-chiave della cultura filosofica e politica europea moderna e contemporanea». Sempre, nel 2018, Gutemberg intestò un’associazione culturale al professore emerito.

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