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L’inferno delle carceri calabresi. «Il sovraffollamento è una vergogna nazionale»

Gravissime le condizioni negli istituti penitenziari, con punte di sovraffollamento del 140%. E aumentano le aggressioni agli agenti

Pubblicato il: 25/01/2025 – 14:11
L’inferno delle carceri calabresi. «Il sovraffollamento è una vergogna nazionale»

CATANZARO “Il sovraffollamento carcerario è una vera e propria vergogna nazionale“. Lo scrive la presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese. “Il detenuto non è un numero, non è una matricola, non è il reato che ha commesso ma è una persona”, sostiene Epifanio che nella relazione cita anche la Costituzione e Papa Francesco auspicando che “in quest’anno giubilare il Governo prenda seriamente a cuore la questione del sovraffollamento e delle condizioni, spesso inumane e degradanti in cui sono costretti a vivere i detenuti”. Per quanto riguarda la Calabria, per la presidente della Corte d’appello di Catanzaro “il sovraffollamento riguarda tutte le carceri ad eccezione della casa circondariale di Catanzaro. In sei istituti su sette si registra una situazione di sovraffollamento che in alcuni casi sfiora percentuali preoccupanti: 132,79% a Castrovillari, 24% a Cosenza, 122% a Rossano, 3% a Vibo Valentia, 126,22% a Paola, 140% a Crotone. A rendere più difficile la situazione vi è la non completa copertura degli organici sia con riferimento ai funzionari giuridico pedagogici sia con riferimento alla Polizia penitenziaria. A fronte di tale gravissima situazione di sovraffollamento e criticità che porta inevitabilmente a un mancato rispetto dei diritti basilari dei detenuti, come quello della salute, lo Stato – sostiene Epifanio – non può più rimanere inerte: il prezzo che si sta pagando è alto e intollerabile, visto il numero dei suicidi consumatosi non solo tra i detenuti ma anche tra gli appartenenti alla polizia penitenziaria”. La relazione rileva poi che “permangono poi gravi crepe anche nel sistema di sicurezza degli istituti penitenziari, inoltre sono in aumento le aggressioni alla polizia penitenziaria ed al personale medico presente negli istituti”. (c. a.)

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