COSENZA «La tragica morte di Serafino Congi, 48 anni, padre di due bambine, rappresenta una vergogna che pesa su tutta la classe politica e dirigente responsabile del disastro sanitario in Calabria. Dopo oltre tre ore di attesa al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, il 4 gennaio scorso, a causa dall’assenza di un medico a bordo dell’ambulanza, Serafino è deceduto durante il trasferimento verso l’ospedale di Cosenza. Questo dramma non è una fatalità, ma l’esito diretto di un sistema sanitario distrutto da tagli, disorganizzazione e indifferenza.
Nel trigesimo della morte di Serafino scendiamo in piazza per gridare che pretendiamo giustizia, pretendiamo risposte immediate, perché se Serafino quel giorno avesse avuto qualche possibilità di sopravvivere, sicuramente gli è stata negata con l’assenza di interventi immediati. La morte di Serafino è il simbolo di una regione dimenticata, dove ammalarsi è diventato un lusso e vivere è un rischio. Non possiamo più tollerare che chi è chiamato a tutelare il bene pubblico si renda complice della distruzione di un sistema sanitario già allo stremo. Ci rivolgiamo ai dirigenti dell’ASP, agli amministratori locali e alla Regione Calabria: siete responsabili di questa strage silenziosa. Vogliamo fatti, non promesse. La salute non è un privilegio per pochi, è un diritto universale e non accettiamo che venga calpestato per favorire chi specula nella sanità privata». La nota è a firma dell’associazione La Base di Cosenza.
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