Non è cambiato nulla rispetto a una settimana fa: il Catanzaro continua a macinare gioco e punti in chiave playoff (spettacolare la vittoria contro il Cesena), mentre il Cosenza, sconfitto anche a Genova da una Sampdoria minuscola, si avvicina sempre di più alla retrocessione. Intanto oggi a mezzanotte chiude il calciomercato.
La sconfitta del Cosenza a “Marassi” ha certificato un fattore che prevale più di tanti altri: la squadra di Massimiliano Alvini non ne ha più. Verrebbe da dire che ormai, dopo averle provate tutte per invertire un destino segnato dal principio e dal club, è anche giusto che sia rassegnata alla C, ma l’aspetto che emerge maggiormente è l’incapacità di opporsi con rabbia e orgoglio ai propri limiti evidenti.
Essere abbattuti da due avversari senza idee e alla disperata ricerca di punti salvezza come Cittadella e Sampdoria nel momento cruciale della stagione, significa una sola cosa, che questo Cosenza si è conquistato sul campo la palma di favorito numero uno alla retrocessione. Poi, per carità, tutto da qui in avanti potrà succedere e chiunque è libero di continuare a crederci e a usare frasi fatte come «il pallone è rotondo», «finché c’è vita c’è speranza», «i miracoli sportivi in riva al Crati sono sempre dietro l’angolo». Ma, obiettivamente, a questo punto della storia, viene da chiedersi a malincuore: chi più del Cosenza merita di occupare l’ultimo posto in classifica?
Lo merita la squadra di Alvini, lo merita Alvini che dopo l’originalità e il coraggio mostrati nei primi mesi della sua avventura bruzia, ormai parla come il classico allenatore che non ci pensa proprio a dimettersi e, probabilmente, proprio per questo verrà punito con l’esonero. Ma lo merita soprattutto chi la squadra e Alvini li ha messi nelle condizioni di approdare mestamente a questo punto di non ritorno. E qui verrebbe la tentazione di iniziare a fare uno di quei discorsi lunghi e scontati e petulanti sull’inadeguatezza della società, ma ormai a cosa servirebbe? Non serve più a nessuno, perché è difficile immaginare un peggio di così.
Ci ha provato il sindaco Franz Caruso – seguito a ruota dalla invisibile politica cittadina – con il suo solito intervento pungente quanto l’attacco rossoblù (ha chiesto di incontrare oggi patron e amministratore unico dei Lupi) a prendersi per un attimo lo scettro dell’inefficacia, ma no, non c’è riuscito fino in fondo: Guarascio e soci ormai non hanno più rivali.
Crema: Luca Garritano è l’unica crema possibile di questa settimana. Anche se a Genova si è mangiato un gol facile facile, anche se è arrivato in rossoblù fuori tempo massimo, anche se è tornato mentre avrebbe fatto meglio a scegliersi una destinazione più adatta al suo valore tecnico e umano.
La sua scelta, comunque andrà a finire quest’annata disastrosa, merita rispetto e, come quel gol con la maglia del Chievo che nel 2020 regalò al Cosenza un’altra salvezza insperata, offre un pizzico di poesia a una realtà deturpata, dentro e fuori, da un silenzio vuoto e per niente ispirato.
Amarezza: l’amarezza di questa settimana, sconfitta esclusa, riguarda le parole. Che a Cosenza, a quanto pare, non sono più importanti. Il riferimento va sia a quelle non dette da tempo (troppo) dalla società e da chi vorrebbe prenderne il posto, sia a quelle dette solo per dimostrare alla comunità di aver timbrato il cartellino. In quest’ultimo caso pensiamo, come scritto sopra, al primo cittadino Franz Caruso che ha invitato a Palazzo dei Bruzi per il pomeriggio di oggi 3 febbraio (giorno conclusivo del calciomercato in cui la società silana dovrebbe pensare solo a portare in rossoblù dei calciatori di qualità), il patròn del Cosenza calcio e l’amministratore unico Rita Rachele Scalise, «a confrontarci per esaminare attentamente sia la situazione societaria che gli ultimi avvenimenti sportivi». Parole e fatti deboli, di circostanza e dimenticabili. (Francesco Veltri)
Una bella rivincita quella che il Catanzaro si prende contro il Cesena. La squadra di Mignani era stata quella che più, fra tutte, aveva messo in difficoltà i giallorossi nel girone d’andata. Un 2-0 netto che vide i romagnoli sempre padroni del campo e Iemmello e soci incapaci di trovare le giuste contromisure. Era il 28 agosto e si giocava la terza giornata del torneo. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Il Catanzaro ha retto alle critiche ed è diventato squadra, con una sua identità e delle granitiche certezze. Ha imparato dagli errori e corretto il tiro, ha acquisito convinzione nonché affiatamento e sintonia. La lezione inflitta sabato al Cesena ne è la prova. Gara mai in discussione e che le due reti nei primi dieci minuti hanno subito messo in discesa per le aquile poi brave a gestire e controllare ma anche a ripartire in maniera cinica e spietata, come in occasione del 4-1 firmato da Cassandro al termine di un micidiale contropiede.
La classifica continua a sorride alla squadra di Caserta ora quinta alle spalle della Cremonese e delle tre battistrada Sassuolo, Pisa e Spezia. Decisamente una posizione di tutto rispetto che premia il lavoro del tecnico e dei suoi ragazzi.
Crema: la certezza di aver trovato in Giacomo Quagliata il “quinto” giusto per completare l’organico a disposizione del tecnico di Melito Porto Salvo. Contro il Cesena è arrivato il suo quarto assist stagionale, in appena due gare da titolare. Palla perfetta per Cassandro per il colpo del ko inflitto agli ospiti. E proprio Tommaso Cassandro è un’altra nota lieta. Il suo gol e le sue prestazioni in crescendo nelle ultime settimane certificano che ora il Catanzaro gli esterni adatti a fare il 3-5-2 ce li ha eccome. Nella lunga lista di cose positive di giornata c’è anche Federico Bonini che dopo i due gol al Brescia mette la firma anche sulla vittoria contro i romagnoli salendo a quota 5 reti stagionali, lui che di ruolo è difensore. Non si può non menzionare, poi, Pietro Iemmello. In gol anche contro il Cesena, il capitano giallorosso sale al primo posto della classifica marcatori del campionato di Serie B con i suoi 12 gol (su cui pesano due rigori sbagliati). L’ennesima stagione da trascinatore per Re Pietro.
Amarezza: dopo una giornata come quella vissuta sabato al Ceravolo individuare qualche nota dolente è praticamente impossibile. È vero, per la seconda volta consecutiva, il Catanzaro subisce due reti, era successo anche la settimana scorsa a Brescia. Ma sono aspetti che passano in secondo piano quando lì davanti le cose funzionano a dovere e porti comunque a casa i tre punti. (Stefania Scarfò)
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