VIBO VALENTIA Il bullismo come anticamera della criminalità e le nuove forme “cyber” dove «anche un like a una “minaccia” o a un insulto può fare male alla vittima». Si è discusso di questo nel convegno “Sbullizziamoci” tenutosi stamattina presso l’aula magna del Polo Professionale di Vibo Valentia per la ricorrenza della giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. All’evento, organizzato dalla Commissione scolastica contro il bullismo dell’Istituto Gagliardi-De Filippis-Prestia in collaborazione con l’associazione ConDivisa, hanno partecipato la dottoressa Lucia Saitta, responsabile della Sezione operativa sicurezza cibernetica della Polizia postale di Vibo, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vibo Ludovico Ermini, il giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Catanzaro Massimo Barbieri, l’esperto di diritto di famiglia e coordinatore scientifico della Camera minorile di Vibo Raffaele Figliano e la Presidente dell’associazione, l’avvocata Rosalia Staropoli.
Un fenomeno sempre esistito tra i giovani, ma che negli ultimi anni ha raggiunto dati allarmanti, soprattutto per via dei nuovi spazi virtuali che ben si prestano a diventare luogo di soprusi e bullismo. «Sul web si riflettono le devianze che esistono nella realtà» spiega al Corriere della Calabria l’avvocata Rosalia Staropoli, presidente dell’associazione ConDivisa. «Dobbiamo far capire ai ragazzi che anche un semplice like postato sotto un’offesa o una minaccia può avere conseguenze sia per la vittima che per loro sul piano penale. Ci sono molti casi, purtroppo, in cui le vittime decidono anche di togliersi la vita. Ai ragazzi dobbiamo far capire che si devono mettere nei panni dell’altra persone, anche se per loro è qualcosa di insignificante o una semplice battuta divertente. Chi viene preso di mira invece può soffrire, alcuni hanno caratteri forti, altri potrebbero avere conseguenze devastanti sulla loro vita». Per questo l’avvocato Staropoli invita le vittime «a denunciare» alle forze dell’ordine che «sono un punto di riferimento importante».
L’invito a denunciare arriva anche dalla responsabile della Sezione operativa sicurezza cibernetica della Polizia postale di Vibo Lucia Saitta, che ha esposto agli studenti i rischi del mondo virtuale e le azioni di contrasto della Questura, e dal coordinatore scientifico della Camera minorile di Vibo Raffaele Figliano. Entrambi, di fronte al drammatico racconto di un’alunna vittima di bullismo e violenza quando aveva 8 anni, hanno sottolineato il «coraggio» della ragazza e rinnovato l’invito a rivolgersi alle forze dell’ordine. «È importante sensibilizzare, ma anche informare» ha detto Figliano a margine dell’incontro. «Bisogna informare i ragazzi dei reati in cui potrebbero incorrere. Oggi è importante fare rete per combattere questo fenomeno, noi come Camera minorile ci impegniamo da anni. È un territorio pervaso da criminalità, ma proprio per questo occorre creare dei buoni esempi da seguire, promuovere protocolli che uniscano organi, istituzioni, operatori e scuole per contrastare questo fenomeno».
Sottolinea i «dati allarmanti» anche il giudice onorario del Tribunale dei minorenni di Catanzaro Massimo Barbieri. «Noi come Tribunale siamo continuamente adoperati nel contrasto a bullismo e cyberbullismo. Bisogna continuare con la prevenzione perché i dati sono allarmanti, sono cresciuti gli episodi di discriminazione. Sul Vibonese noi stiamo facendo un grande lavoro, stiamo cercando di unire le forze di polizia e territoriali per poter fare sensibilizzazione». L’idea è quello di un progetto comune che coinvolga anche Questura e Prefettura. Nel corso del suo intervento, il giudice ha sottolineato poi l’impatto del mondo virtuale e dei nuovi social, da Facebook a TikTok, avvertendo i giovani sui rischi del cyberbullismo e sul seguire modelli sbagliati che si espongono sui social, tra cui anche esponenti della criminalità organizzata. Un avvertimento che ha sintetizzato in una frase anche il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vibo Valentia Ludovico Ermini, evidenziando come «il bullismo a volte sia l’anticamera della criminalità organizzata, avendo entrambi la stessa mentalità di sopraffare l’altro tramite soprusi e violenza».
In questo contesto, diviene fondamentale il ruolo di scuole e insegnanti.. «La scuola – ha detto la dirigente scolastica dell’istituto Eleonora Rombolà – ha un dovere etico di educare e formare le nuove generazioni, di incidere profondamente in un tessuto sociale che oggi necessita di un ascolto attivo e di azioni che portino al rispetto delle norme». Un fenomeno che resta comunque allarmante: «Sicuramente la scuola è il luogo privilegiato per rilevare quelle prime avvisaglie di un malessere che poi porta a forme di bullismo o di cyberbullismo. Devo dire che però gli interventi, le attività svolte nel quotidiano, nelle aule e fuori dall’aula da docenti appassionati che controllano e verificano nel contesto ordinario consentono un intervento e una risoluzione di tutte le problematiche che di volta in volta si sono presentate». Grazie anche alla costituzione della Commissione scolastica contro il bullismo, di cui sono membri le professoresse Giovanna Esposito, Elisabetta Varì e Mariateresa Sirgiovanni. «Il nostro è un percorso iniziato già da tempo, abbiamo il privilegio di tastare, anche tramite temi delicati, le emozioni dei ragazzi per poi fare breccia nelle situazioni di disagio. Oggi c’è più consapevolezza, ma c’è anche un atteggiamento migliore che ci consente non solo di parlare, ma di intervenire». (redazione@corrierecal.it)
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