CROTONE «L’Atto aziendale è responsabilità unica dell’azienda». Così ha replicato il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Antonio Brambilla, al sindaco della città pitagorica, Vincenzo Voce, e ai sindacati. Lo scontro istituzionale è scoppiato quanto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, è venuto a conoscenza del fatto che Brambilla aveva pubblicato, quindi approvandolo, l’Atto aziendale prima ancora che si tenesse sull’argomento la Conferenza provinciale dei sindaci. E’ vero quello che sostiene Brambilla che l’Atto aziendale «è una responsabilità unica dell’Azienda», ma è anche vero che i suoi predecessori, che hanno redatto questo Atto, prima di pubblicarlo e approvarlo, hanno voluto sentire il parere della Conferenza dei sindaci, che è chiamata a dare un giudizio nel merito e avanzare proposte. Di solito, quindi, si cercano le ragioni per la condivisione e non per aprire lo scontro. Brambilla, invece, ha deciso di non tenere conto del giudizio di chi è stato legittimamente eletto a rappresentare gli interessi del territorio (i sindaci) e di chi rappresenta i lavoratori (sindacati). La sua decisione di approvare l’Atto, ancor prima del passaggio nella Conferenza dei sindaci, è stata così vista come uno schiaffo istituzionale. Secondo quanto è dato sapere di fronte al comportamento di Brambilla, Voce prima di procedere ha sentito i suoi collegi e tutti assieme hanno condiviso la necessità di replicare mandando un messaggio al commissario dell’Asp pitagorica annullando la riunione della Conferenza dei sindaci che era stata fissata per il prossimo 12 febbraio. Sempre secondo quanto è dato sapere, questa riunione della Conferenza dei sindaci era stata concordata. Prima della pubblicazione dell’Atto non c’erano motivi di attrito. La polemica è, comunque, andata oltre il sindaco di Crotone e i suoi colleghi, perché critiche severe sono state espresse dai sindacati di categoria per le scelte contenute nell’Atto aziendale e dal partito di Crotone di Fratelli d’Italia. La coordinatrice della città pitagorica del partito di Giorgia Meloni, Simona Ferraiana, oggi ha diffuso una nota che contesta in toto le scelte di Brambilla entrando anche nel merito delle scelte. Addirittura scrive che con il suo Atto aziendale, Brambilla abbia favorito gli amministrativi a discapito dei sanitari. Un’accusa pesantissima. Nella risposta al sindaco di Crotone, Brambilla, accusa di «avere emesso un comunicato per criticare l’adozione della proposta di atto aziendale di questa Asp, in assenza di qualsiasi commento di merito, che lascia intuire l’annullamento dell’incontro con i sindaci». In verità non lo lascia intuire, ma lo dice a chiare lettere, anzi annuncia di avere annullato la riunione e di avere l’intenzione di convocarla quando sarà nominato il nuovo commissario dell’Asp. La nuova nomina dovrebbe essere prossima, essendo l’incarico a Brambilla in scadenza. Il commissario definisce «l’atteggiamento di chiusura, che non aiuta la collaborazione costruttiva tra le parti, né la comprensione dei contenuti del documento». «È bene richiamare e ribadire innanzitutto, che l’atto aziendale delle aziende sanitarie e ospedaliere del Sistema sanitario regionale è un atto di diritto privato (come stabilito dall’articolo 7, comma 2 della legge regionale 11/2004 ed ai sensi dell’articolo 3, comma 1 bis, del decreto legislativo 502/1992). Per la redazione del complesso documento, con il quale si definisce la natura, l’organizzazione ed il funzionamento dell’Azienda come ente con personalità giuridica di diritto pubblico, si deve tener conto dunque di norme precise, regionali e nazionali, da rispettare». Sarà anche così, ma questo atto decide quale sanità dovrà essere data ad una comunità. I sindaci sono preoccupati e, secondo quanto riferito, stanno anche valutando la possibilità di impugnarlo al Tribunale amministrativo regionale della Calabria. Sempre se questo dovesse rendersi necessario. La guerra è dichiarata da entrambi le parti. «E ancora, – si legge nella nota di Brambilla – l’atto aziendale viene adottato tenendo conto della legge regionale n. 32/2021, che istituisce Azienda Zero, e dei vari DCA regionali, conformemente all’atto di indirizzo adottato dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro, in coerenza con quanto previsto dal Programma operativo 2022-2025, nonché in applicazione del DCA 54 del 16/02/2023, nel quale sono contenute le “Linee Guida per l’adozione degli Atti Aziendali”». «Fatta questa evidentemente necessaria premessa, – scrive ancora il commissario – è bene chiarire che la proposta di atto aziendale inviata alla Regione Calabria dalla direzione generale dell’Asp di Crotone, non implicava la concertazione preventiva con i sindacati. In particolare, come indicato dall’articolo 5, comma 4, del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’area della Sanità, gli atti di organizzazione degli uffici – l’atto aziendale, appunto – sono oggetto di sola informazione, a differenza invece di altre materie, per le quali sono previsti il confronto e la possibilità di esprimere osservazioni e proposte». E «analogamente per quanto riguarda i sindaci, la riorganizzazione aziendale non è materia di concertazione: la ristrutturazione, l’ottimizzazione e la gestione di una struttura operativa efficace passa, tra le altre cose, da analisi e riprogettazione dei processi aziendali, miglioramento della produttività e dell’efficienza, miglioramento delle performance aziendali e valorizzazione delle professionalità, ristrutturazione dei ruoli, del management, delle strutture e degli investimenti dell’azienda. Strategie, insomma, finalizzate a risolvere problemi organizzativi, strutturali ed economici che persistono da decenni, che presuppongono un cambiamento della mentalità e della cultura aziendale ed evidentemente anche del contesto in generale». Secondo Brambilla «la redazione della proposta di atto aziendale, quindi, è un compito che spetta a tecnici ed esperti di settore, anche al fine di garantire il buon andamento delle attività amministrative, di tutelare l’autonomia dell’azienda e, soprattutto, il reale interesse dei cittadini, lontano da ingerenze politiche e di altro genere, favorendo la fuoriuscita dal commissariamento».«Quest’ultimo, punto focale della questione, in quanto se sussiste un commissariamento è chiara la necessità di un ripensamento strutturale delle aziende e dovrebbe essere chiaro che chi è chiamato a metterlo in pratica è un esperto o comunque un team di esperti con presupposti ed obiettivi precisi», sottolinea Brambilla, che aggiunge: «Con questo, non si intende assolutamente sminuire i rapporti con i portatori d’interesse, tra i quali sindacati e sindaci, che anzi, si auspica rimangano costanti e positivi nel tempo, al fine di intercettare sempre meglio e sempre più tempestivamente le esigenze sanitarie della popolazione». Indorando la pillola, Brambilla aggiunge: «Nella sostanza, infatti, con la definizione della proposta di atto aziendale si avvia un percorso che prevede la presentazione agli stakeholder, che non esclude aggiustamenti, sempre sulla base di una visione complessiva di efficienza unitaria e non di negoziazioni con le diverse parti, che potrebbero avere singoli interessi, da comporre comunque nell’insieme dell’azione dell’Azienda.
Lavorare per il bene della popolazione, realizzando un sistema sanitario efficace ed efficiente. È questa la mission dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, messa nera su bianco e declinata nella proposta di atto aziendale, redatta dal Commissario straordinario Antonio Brambilla, insieme, per la prima volta, ad esperti di caratura nazionale in ambito sanitario e di riorganizzazione aziendale».
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