Non ho seguito del tutto la prima serata del Festival di Sanremo ma ho avuto la fortuna di poter ascoltare i brani di Brunori Sas e di Simone Cristicchi.
Sul primo c’è l’influenza del tifo calabrese. Spontaneo e semplice, umile, Brunori ha scritto una meravigliosa poesia dedicata alla figlia. Una canzone che racconta anche il suo vissuto, il suo essere cosentino e calabrese, i dettagli di una vita piena ed intensa.
Dettagli di autore che confermano come la Calabria, tanti anni dopo il grande Rino Gaetano, abbia un altro cantautore di spessore.
Il brano di Cristicchi è un colpo al cuore. Qui è la madre a diventare figlia, in un insieme di fragilità che riportano a considerare un rapporto che si inverte. Lo specchio di condizioni diffuse in un’epoca in cui si vive fortunatamente a lungo ma a volte, purtroppo, si ritorna in una dimensione infantile.
Che questi due autori siano emersi è anche la dimostrazione di una buona qualità artistica di Sanremo. Che mescola contemporaneamente l’arte pura con altre sfumature interessanti.
Non importa vincere in questo caso ed è già un successo.
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