MILANO «La Calabria sul turismo deve fare un ulteriore step». Francesco Verderami, una delle grandi firme del Corriere della Sera, ha moderato un panel dedicato agli investimenti in Calabria alla Bit di Milano. La Borsa internazionale del Turismo ha consentito alla Regione Calabria di tirare le somme del lavoro svolto in tre anni per rilanciare un settore che può e deve diventare traino dello sviluppo economico. Come sostenuto anche dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, l’incremento dei voli da e per la Calabria, l’aumento del flusso di turisti e visitatori nella regione non sono sufficienti senza il necessario miglioramento della qualità delle strutture ricettive. Una considerazione rilanciata – ai nostri microfoni – anche dal giornalista calabrese Verderami. «L’accoglienza non è l’ospitalità, siamo un popolo ospitale e apriamo le nostre porte agli altri ma l’accoglienza è un’altra cosa: è la capacità di gestire il turismo, di saper offrire i servizi ed essere molto attenti alla cura del particolare. È una cosa differente dall’ospitalità e non prevede la superficialità, le cose fatte all’ultimo momento». Verderami riassume il concetto utilizzando un tipico termine calabrese «le cose fatte a muzzu (con approssimazione)».
La presenza della ‘ndrangheta, la sanità che prova ad uscire dal tunnel, le politiche di contrasto allo spopolamento dei borghi ed alla fuga dei giovani. La Calabria tenta di risalire la china. I risultati sono incoraggianti ma per Verderami «ai calabresi superare quella narrazione costa doppia fatica. Piano piano riusciremo a sgretolare ed a rompere questo muro di diffidenza, di luoghi comuni e di tabù e allora appariremo per quelli che siamo». La realtà è diversa dall’apparenza. «La nostra è una ragione come tutte le altre, con seri problemi ma anche grandi opportunità. Per rompere quella narrazione non basta una contronarrazione, servono i fatti. Ecco allora che l’attività imprenditoriale, supportata anche dalle iniziative pubbliche, può essere d’aiuto, ma serve tanto altro». Verderami suggerisce un esempio. «Si possono costruire bellissimi lungomari, si possono asfaltare le strade, si possono creare degli angoli meravigliosi delle città, ma se poi buttiamo la cartaccia per terra non cambia niente. Sono convinto che le giovani generazioni la cartaccia non la buttino più. E questo è un buon auspicio per il futuro». (f.b.)
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