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Il Catanzaro ora può alzare l’asticella. Il triste DopoFestival del Cosenza

La maturità delle Aquile con un Iemmello in più. Il club silano per la prima volta sembra aver programmato qualcosa: la retrocessione

Pubblicato il: 17/02/2025 – 8:06
Il Catanzaro ora può alzare l’asticella. Il triste DopoFestival del Cosenza

Continua a brillare il Catanzaro di Fabio Caserta spinto da un Pietro Iemmello strepitoso. La vittoria contro il Cittadella fa sognare i tifosi giallorossi. Non può dirsi lo stesso per quelli rossoblù, ormai rassegnati alla retroccesione in C dopo la pesante sconfitta del Cosenza contro la Juve Stabia.

Il Catanzaro ora può alzare l’asticella

Dallo Spezia allo Spezia. Fu proprio la squadra di Luca D’Angelo l’ultima capace di battere il Catanzaro. Era lo scorso 21 dicembre e al Ceravolo i liguri si imposero 0-1 con rete di Francesco Pio Esposito. Si trattava della penultima gara del girone d’andata prima della chiusura a Cosenza nell’attesissimo derby di Calabria. L’ultimo passo falso del Catanzaro risale ad allora, in mezzo alcuni pareggi (con i lupi e poi con Sudtirol, Pisa e Frosinone) e importanti vittorie contro Salernitana, Brescia, Cesena e da ultimo Cittadella. Proprio contro i veneti, nel giorno di San Valentino, arriva l’ennesima prova di maturità della squadra di Caserta. Ennesima prova di forza e concretezza, di cinismo e compattezza. Gara spigolosa, come sempre lo sono quelle contro il Citta, decisa da una rete del solito di Iemmello (al quale viene eliminato il raddoppio per fuorigioco) che conferma il Catanzaro saldamente al quinto posto e ora a soli due punti dalla Cremonese quarta.
L’impressione è che il meccanismo delle aquile sia ora perfettamente oliato e funzioni alla perfezione. Quali che siano gli interpreti in campo il risultato non cambia: i giallorossi macinano gioco contro chiunque e impongono la propria manovra a tutti, che di fronte ci sia il Pisa o il Cittadella. L’azzeccatissimo ingaggio di Quagliata (decisamente l’uomo che mancava sull’out di sinistra al Catanzaro) e la splendida condizione dei vari Pagano e Cassandro hanno offerto a mister Caserta le alternative migliori in questo delicato momento del torneo, permettendo al tecnico qualche rotazione in più anche in ruolo nevralgici del campo.
Dallo Spezia allo Spezia dicevamo. Prossimo avversario sulla strada del Catanzaro è proprio il club spezino, che punta alla promozione in A. Per le aquile sarà un banco di prova fondamentale per capire se si è raggiunta la crescita e la maturità tale per provare ad alzare veramente l’asticella e puntare a qualcosa di decisamente più allettante rispetto alla semplice salvezza.

Crema: e sono 13. Il gol partita contro il Cittadella vale il 13esimo centro stagionale per capitan Iemmello che si conferma in testa alla classifica marcatori del torneo assieme a Llorientè del Sassuolo ed Esposito dello Spezia. Un bottino che poteva essere più corposo se dal Var non avessero annullato il 2-0 giallorosso per un fuorigioco davvero impercettibile di La Mantia proprio in avvio della bella azione conclusa dal numero 9 giallorosso. Un bottino sul quale pesano anche i due rigori falliti contro Sudtirol e Brescia che avrebbero permesso a Re Pietro di staccare gli avversari diretti per la palma di miglior realizzatore del torneo. Il tutto a conferma del valore del capitano giallorosso, leader indiscusso per la tifoseria e assoluto valore aggiunto del Catanzaro.
Amarezza: dopo una gara condotta magistralmente dalle aquile e l’ennesima prova di compattezza del gruppo trovare difetti è praticamente impossibile. L’amarezza di giornata risiede nel nuovo stop di D’Alessandro. Allenatosi bene in settimana e, apparentemente, in piena condizione, mister Caserta lo schiera nella ripresa ma, dopo un’accelerazione sulla corsia di destra ed una pericolosa incursione in area avversaria, è costretto a sostituirlo dopo appena 6 minuti. Brutta tegola per il giocatore che non riesce a trovare pace per continui guai fisici ma anche per il Catanzaro che con lui in campo accresce il suo livello di pericolosità e imprevedibilità specie nell’uno contro uno. Da valutare ora le sue condizioni. (Stefania Scarfò)

L’esultanza di Iemmello dopo il gol realizzato contro il Cittadella

Il triste DopoFestival del Cosenza

Chi credeva che il Cosenza potesse avere ancora qualche possibilità di centrare la salvezza, da ieri, probabilmente, ha smesso di farlo. Certo, in questi casi si tende a dire che finché c’è vita c’è speranza, ma, obiettivamente, si fatica a intravedere anche un solo spiraglio di luce in fondo al tunnel.
La pesante sconfitta del “Menti” contro la Juve Stabia ha avvicinato ulteriormente la compagine rossoblù alla sua seconda retrocessione in serie C degli ultimi sette anni. Una sconfitta simile alle tante di questa stagione folle e disastrosa: buon inizio di partita con un paio di occasioni da gol divorate, qualche decisione arbitrale discutibile (vedi fallo su D’Orazio di Fortini che meritava il rosso) e poi i soliti immancabili errori individuali che, oltre a risollevare un avversario tutt’altro che trascendentale, hanno indirizzato la gara verso un epilogo scontato.
A12 partite dalla conclusione del torneo di B, i Lupi sono ultimissimi in classifica, a sette punti dalla zona playout e con la sensazione che più di così proprio non si possa fare.
A fine gara il tecnico Massimiliano Alvini è riuscito a mantenere l’equilibrio che lo ha contraddistinto per l’intera annata: ha parlato di obiettivo ancora possibile a cui ha aggiunto altre fragili parole, per giustificare l’ingiustificabile. Ma le colpe, sia chiaro (lo ripeteremo fino allo sfinimento), sono da attribuire esclusivamente a una società che per una volta, da 14 anni a questa parte, sembra aver programmato qualcosa: la retrocessione.

Crema: anche se non ha nulla a che vedere con questo contesto decadente, la crema della settimana rossoblù va ad un vero fuoriclasse cosentino che da martedì a sabato scorsi ha tenuto incollata alla tv un’intera regione e anche più: Dario Brunori, in arte Brunori Sas. Tifoso dei Lupi, con il 10 sulle spalle (era il suo codice iniziale nella serata finale del Festival di Sanremo) è stato il cantante più televotato ed è andato vicino alla vittoria. Con la sua delicata e al tempo stesso potente canzone – “L’albero delle noci” – e, soprattutto con la sua genuinità, è riuscito a far dimenticare ai tifosi cosentini, anche se per poco, i tempi crudeli che stanno attraversando.
Amarezza: dall’inconsapevole performance di metateatro messa in scena lo scorso 6 febbraio a Palazzo dei Bruzi, sono trascorsi due partite di campionato, un San Valentino, un Festival di Sanremo di passione brunoriana e una rigenerante settimana bianca del sindaco Franz Caruso che di quella performance era stato uno degli attori principali. La ricordiamo in breve: dopo essersi incontrati in Comune, primo cittadino ed Eugenio Guarascio, annunciano in pomposo (il primo) e sommesso (il secondo) stile, l’intenzione del patron rossoblù di volere cedere il club. Addirittura, l’imprenditore lametino in una nota stampa si spinge oltre, parlando di «trattative in corso». Da allora, e qui torniamo all’attualità da dopofestival, sono trascorsi ben undici giorni di vuoto totale, in linea fedele con quanto messo in mostra dall’estate scorsa ad oggi dal club silano. E così, la potenza del testo guarasciano (stranamente non preso in considerazione dall’Accademia della Crusca), è caduto nel dimenticatoio, risultando man mano inconsistente, poco credibile e a tratti invisibile.
Eccoci così arrivati a questo lunedì di tristezza e canzoni sanremesi già finite nel dimenticatoio. Il Cosenza calcio, a differenza della sua città, non canta più. Anzi, forse non ha mai iniziato a farlo veramente. (Francesco Veltri)

cosenza calcio
Un’azione di gioco di Juve Stabia-Cosenza

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