COSENZA Galeotto fu il passaggio? I sindaci di Paola e Scalea, Giovanni Politano e Giacomo Perrotta, hanno visto sfaldarsi le loro maggioranze in uno con l’adesione a Forza Italia, dacché erano stati votati come “civici”. Hanno forse pagato questa “torsione” in direzione politica, nell’accezione di partitica.
Storia un po’ diversa a Cetraro dove nelle stesse ore del terremoto politico scaleota le dimissioni di 9 consiglieri decretavano la fine dell’era Cennamo: al netto dei motivi addotti dallo stesso ex sindaco e legati al suo stato di salute dell’ultimo anno, è curioso che Forza Italia c’entri anche in questo caso, dal momento che il passaggio in minoranza proprio del partito azzurro è stato decisivo per lo scioglimento del consiglio comunale.
Fatto sta che, politologia a parte, in due mesi esatti – tra metà dicembre e metà febbraio – tre comunità del medio-alto Tirreno cosentino si sono trovate senza guida politica: parliamo di un totale di circa 35mila abitanti, cifra che in estate quasi si triplica, e di centri strategici per la loro stessa posizione, se solo pensiamo all’aspetto economico e infrastrutturale.
Si va da Scalea, distretto turistico da numeri invidiabili e con un bacino di utenza campano e lucano più ancora che locale – ma anche internazionale grazie alla presenza massiccia di russi – a Cetraro, il cui porto turistico sta lentamente scrollando di dosso il marchio che lega quel territorio a una ‘ndrangheta più invasiva che altrove, fino a Paola: città fondamentale, quest’ultima, nello snodo trasportistico oltre che una delle mete più importanti d’Italia di un turismo religioso davvero destagionalizzato, grazie al Santuario di San Francesco. Paola – dove ha tenuto banco o forse è stata decisiva per l’esito dei giorni scorsi la vicenda dei finanziamenti persi per il porto turistico – in un quarto di secolo è passata da oltre 17mila a 14mila abitanti, il che è decisivo per la formula elettorale: sotto i 15mila abitanti il voto è in un solo turno.
Se aggiungiamo alla triade tirrenica anche Rende e Cassano – al voto con sistema maggioritario ed eventuale ballottaggio – c’è da scommettere che ci stiamo apprestando a una campagna elettorale frizzante in tutto il Cosentino: le tre finestre del voto possibile sono le domeniche 10, 17 e 24 maggio – non si può andare oltre perché bisogna avere 14 giorni per l’eventuale secondo turno – mentre il governo potrebbe unificare la tornata amministrativa a quella referendaria, onde evitare una interruzione doppia o tripla (in caso di secondo turno) delle attività didattiche.
Sullo sfondo, messe da parte le enunciazioni in politichese a cui abbiamo fatto il callo, si agitano «bizantinismi e giochi politici locali – commenta Walter Nocito, docente di diritto pubblico all’Unical – legati all’assenza dei partiti, che però poi chiedono il conto». E qui torniamo al punto da cui eravamo partiti. Al netto del cetrarese Aieta che sta già scaldando i motori, anche in questa primavera trionferà il civismo? (euf)
Da sinistra Ermanno Cennamo, Giacomo Perrotta e Giovanni Politano
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