LAMEZIA TERME Rende e Lamezia Terme, ma anche Cassano all’Ionio e Isola Capo Rizzuto e poi tanti altri Comuni (ben 10 sui 16 totali) medio piccoli accomunati dal fatto di dover rinnovare il Consiglio per motivi diversi dalla scadenza naturale del mandato: tra questi c’è proprio Rende, comune sciolto per mafia e attualmente amministrato dalla terna commissariale prorogata a fine settembre per ulteriori sei mesi.
Le Amministrative 2025 si terranno nella prossima primavera in 429 Comuni italiani ma l’elenco è ancora provvisorio perché a questi potrebbero aggiungersi altre amministrazioni i cui Consigli comunali saranno sciolti entro il 24 febbraio 2025.
Solo un quarto dei Comuni calabresi al voto (4 su 16) ha una popolazione superiore alla soglia dei 15mila abitanti che dunque si recherà alle urne con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno: si tratta dei già citati Lamezia (67mila abitanti), Rende (36mila), Isola Capo Rizzuto (17mila) e Cassano (16mila).
Nessun capoluogo di provincia rinnoverà la propria assemblea elettiva: tra i Comuni calabresi che hanno votato a settembre 2020, infatti, la proroga di ulteriori sei mesi indicata dal Viminale – e legata al condizionamento della pandemia – potrebbe riguardare due capoluoghi di provincia e altrettanti Comuni popolosi: da un lato Reggio Calabria (sindaco Giuseppe Falcomatà) e Crotone (sindaco Vincenzo Voce), dall’altro San Giovanni in Fiore (sindaco Rosaria Succurro) e Castrovillari (sindaco Domenico Lo Polito); tra i centri interessati al possibile slittamento anche Taurianova (sindaco Roy Biasi) e Cirò Marina(sindaco Sergio Ferrari).
È chiaro che, per le ricadute politiche regionali oltre che per la densità demografica, i fari saranno puntati su Rende – dove, archiviato con il No il referendum sulla fusione, stanno già scaldando i motori Sandro Principe e Marcello Manna oltre ai movimenti civici come RendeSì – e Lamezia, con il confronto sempre più serrato sui candidati tanto nel centrosinistra tanto nel centrodestra attualmente al governo.
Nel Catanzarese si voterà anche a Cropani, Jacurso (per la recente morte del sindaco Ferdinando Serratore), Maida (dove a luglio si erano dimessi 7 consiglieri) e Petronà; nel Crotonese a Casabona, dove a inizio novembre si sono dimessi tutti per cui è stato sciolto il Consiglio comunale ed è stata nominata la commissione d’accesso dopo l’arresto del sindaco Seminario e Melissa, dove nella tornata dello scorso giugno è stato nominato il commissario perché non c’era nessun candidato a sindaco.
Nel Vibonese si voterà in un solo comune (Spadola, anche in questo caso per le dimissioni dei consiglieri) mentre nel Reggino, oltre che a Marina di Gioisa Ionica, si voterà a Melito di Porto Salvo, San Lorenzo, San Luca e Scilla: questi ultimi quattro centri rinnoveranno il Consiglio per motivi diversi dalla scadenza naturale del mandato, Melito per le dimissioni di massa seguite alla crisi politica, San Lorenzo e San Luca per mancanza di candidati alle consultazioni di inizio giugno e infine Scilla, la cui situazione è simile a quella di Rende: lo scorso luglio il Comune è stato commissariato per altri 6 mesi, dopo che il Consiglio era stato sciolto nell’aprile del 2023. (e.furia@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x