COSENZA «Siamo sicuri che raggiungere i Lea significhi avere una buona sanità? È sempre più difficile soddisfare i Lea con il nuovo sistema di garanzia, un sistema di calcolo che individua alcuni parametri per la prevenzione, il territorio e l’area ospedaliera, e prevede che il risultato sia positivo solo se si raggiunge la sufficienza (60 su 100) in ognuno dei tre settori. Prima, fino al 2020, il punteggio era complessivo: oggi ci vuole la sufficienza in ogni settore, e basta non arrivare ai 60 in una delle tre aree, per non soddisfare i Lea. E non è solo questo: il calcolo è su base regionale. Se una delle 5 Asp è virtuosa, ma le altre non sviluppano le azioni previste, la Regione Calabria non raggiungerà mai la sufficienza. Altro ostacolo: l’informatizzazione. Puoi fare miracoli, ma se i flussi di dati non collimano con quelli nazionali, non ci saranno possibilità. Quindi nessuna sorpresa se per il 2023 la Regione Calabria, e quindi anche noi, siamo stati bocciati, anche se probabilmente in fase di revisione dei dati saremo promossi oltre che per l’area ospedaliera anche per la prevenzione, dove esiste un problema con il flusso informatico. Questo però non vuol dire che, raggiungendo i Lea, avremo realizzato una buona sanità, perché c’è tanto, ma tanto da fare, ed anche le Regioni virtuose hanno problemi». Lo scrive su facebook Martino Rizzo, direttore sanitario dell’Asp di Cosenza.
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