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Le due facce della fiera di San Giuseppe a Cosenza, la forza dei volontari e i disagi denunciati dagli ambulanti

C’è chi prepara e garantisce colazione e cena ai commercianti. Che segnalano il ritardo nell’assegnazione delle postazioni

Pubblicato il: 19/03/2025 – 12:29
di Fabio Benincasa
Le due facce della fiera di San Giuseppe a Cosenza, la forza dei volontari e i disagi denunciati dagli ambulanti

COSENZA Le due facce della fiera di San Giuseppe a Cosenza, quella dei volontari animati da passione e spirito di solidarietà che tutti i giorni garantiscono la colazione e un un pasto caldo alla sera e dall’altra parte i disagi denunciati da alcuni ambulanti e le polemiche che hanno accompagnato la manifestazione che affonda le sue radici nel 1234, quando fu istituita da Federico II di Svevia. Sono circa 500 gli ambulanti presenti quest’anno, mancano all’appello i tradizionali stand di vimini, terrecotte, piante e fiori. I commercianti di Soriano Calabro, Seminara e Caltagirone hanno risposto picche alla chiamata del Comune, preferendo rinunciare alla partecipazione all’evento. Le opposizioni attaccano il sindaco Franz Caruso e parlano di «disorganizzazione» e «responsabilità politiche».

«Senza energia elettrica e senza acqua calda»

«Da altre parti le fiere sono meglio organizzate, per lavarci stiamo riscaldando l’acqua con il gas», confessa un commerciante – che questa mattina come tutti i suoi colleghi è stato raggiunto dai volontari per ricevere un bicchiere di latte caldo. Sollecitato dalle domande della consigliera comunale Bianca Rende, il venditore ambulante denuncia i disagi causati dall’assenza di energia elettrica. «I ritardi nell’assegnazione degli spazi non hanno consentito di ottenere l’energia necessaria per illuminare gli stand garantendo a chi lavora di usufruire dell’acqua calda».

La forza dei volontari

E poi ci sono i volontari. In questa edizione, accanto alla classica colazione consegnata agli ambulanti ogni mattina e per tutta la durata della fiera: Agesci – Zona Terre dei Bruzi, Anteas, Auser Cosenza, Azione cattolica, Banco Alimentare, Caritas diocesana di Cosenza-Bisignano, Radio Ciroma, Fondazione Lilli Funaro, Istituto buddista Soka Gakkai, Migrantes diocesana, Moci, L’arte in corso Aps e Stella Cometa hanno deciso di legare un’altra lodevole iniziativa: la “Cena in Fiera“. «Un modo per accogliere amiche e amici che vengono da fuori città e devono lavorare tra bancarelle e stand». In un capannone nel cuore del centro bruzio, donne e uomini, giovani ed adulti, cooperano sinergicamente per preparare piatti caldi destinati agli ambulanti. “Zio” Pietro ai fornelli, prepara un’altra dose di riso con il minestrone. «Ci fa piacere aiutare, sono anni che lo facciamo. Prima venivano e mangiavano qui in sede, adesso tutti hanno deciso di distribuire i piatti caldi direttamente in fiera», racconta lo “chef”.
«Ci sono tante tante vite che si incrociano, è venuto un ragazzo ed ho preparato subito un piatto caldo, gli ho dato dei vestiti e anche domani sera gli ho promesso cibo e ristoro. Loro lo apprezzano e noi siamo qui a riempire le nostre giornate. Io sono un pensionato, potevo starmene al bar ma mi piace questo lavoro».

Dal cuciniere al giovane volontario: Lorenzo Micino. «Abbiamo pensato di proporre alle varie associazioni di vivere insieme la cena in fiera. La cosa bella di questa edizione è che, tramite il coinvolgimento delle scuole, riusciamo ad essere davvero in tanti. Siamo circa 40-50 volontari, ogni giorno, divisi tra parrocchie, associazioni e studenti. Non sono neanche tutti necessari, ma è bello questo senso di comunità, stare insieme». E gli ambulanti sono contenti? «Ripetono spesso che è una delle poche fiere in cui vivono questo momento di condivisione insieme ai volontari, apprezzano la nostra accoglienza», confessa Lorenzo. Che aggiunge: «E’ bello ascoltare le loro storie, c’è chi ti invita a ripassare, chi ti regala qualcosa, chi ti dice semplicemente grazie». (f.benincasa@corrierecal.it)

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