Cosenza, Lenzi: «I tifosi dissero al presidente Lecce: “Se lo vendi all’Inter ti bruciamo il pastificio”»

COSENZA «Io mi ricordo la prima partita di campionato di serie B contro l’Udinese, in porta con loro c’era un certo Dino Zoff. Vincemmo uno a zero e feci gol io. Dissi: “Comincio bene a quanto pare”. Poi arrivarono tanti altri gol». A dirlo a Giuseppe Milicchio nel corso dell’ultima puntata de “I fatti del calcio”, programma sportivo in onda ogni lunedì sera su L’altro Corriere tv (canale 75) è stato Agide Lenzi, storico attaccante del Cosenza, tra i più prolifici della storia rossoblù insieme a Gigi Marulla e Manolo Mosciaro. Lenzi, classe 1937, dalla sua casa di Livorno ha ricordato i suoi trascorsi con la maglia dei Lupi, che ha vestito dal 1959 al 1963, quando il presidente era Biagio Lecce, titolare del Pastificio Lecce.

«Ricordo la partita contro il Lecce – ha detto Lenzi – che vincemmo 4-0 e realizzai io tutti i gol. Ogni volta che c’era un rigore dovevo tirarlo io perché puntavo a vincere la classifica cannonieri. Ne ho sbagliati pochi in tutta la mia carriera, uno, al massimo due. Avevo un grande scatto, facevo i cento metri in undici secondi. Poi i miei compagni sapevano che se mi davano la palla in profondità, facevo bene». «Cosenza e i suoi tifosi – ha aggiunto Lenzi – mi hanno sempre voluto bene, mi esortavano a dare ancora di più per accontentarli. Litigarono col il presidente Lecce quando io dovevo essere acquistato dall’Inter, ricordo che andai anche dieci giorni a Milano ad allenarmi con la squadra. L’Inter voleva acquistarmi ma i tifosi spinsero il presidente a non vendermi, altrimenti avrebbero dato fuoco al suo pastificio – ha raccontato sorridendo Lenzi -. Quando rientrai a Cosenza, Biagio Lecce mi abbraccio e mi disse: “Io ti avrei venduto, sarà per un’altra volta”. E i tifosi rimasero contenti». (f.v.)

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