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Soldi a moglie e figlia per svuotare le casse della società, sequestro da 2,3 milioni

Quattro immobili di pregio sequestrati a Napoli, Massa Lubrense e Crotone

Pubblicato il: 25/03/2025 – 11:43
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Soldi a moglie e figlia per svuotare le casse della società, sequestro da 2,3 milioni

NAPOLI Quattro immobili di pregio a Napoli, Massa Lubrense e Crotone e le quote di 10 società, per un valore complessivo di oltre 2,3 milioni di euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea. Le indagini svolte hanno permesso di accertare il riciclaggio dei proventi derivanti dalla distrazione del patrimonio di una società operante nel settore della produzione di energie rinnovabili che, sebbene in liquidazione e in stato di decozione, ha continuato ad operare sul mercato tra il 2016 e il 2022 attraverso operazioni volte, in gran parte, allo svuotamento delle casse sociali. In particolare, il liquidatore della società ha assunto, tra gli altri, la moglie e la figlia, ampliando loro, rispettivamente, stipendi mensili di 12.300 e 5.700 euro e bonus di ingresso di 50mila e 30mila euro. Inoltre ha stipulato contratti di manutenzione con una società di cui era socio insieme alla moglie, sostenendo oneri non giustificati posto che i lavori sono stati poi affidati a terzi, ha sostenuto il pagamento di interventi di ripristino per furti asseritamente subiti, ma mai effettivamente denunciati, e ha disposto bonifici a favore del proprio nucleo familiare per oltre 2 milioni di euro utilizzando causali fittizie. Nei confronti della società, a ottobre 2023, era stato già eseguito un primo decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 4,2 milioni di euro, pari al profitto del reato di bancarotta fraudolenta. Dallo sviluppo delle indagini è emerso che, contestualmente o nei giorni immediatamente successivi alla ricezione delle somme distratte, gli indagati ne hanno dissimulato la provenienza delittuosa mediante bonifici verso società collegate, investimenti in beni di consumo voluttuari nonché l’acquisto, la ristrutturazione e l’arredo di unità immobiliari.

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