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le indagini

Arghillà come il far west: regolamenti di conti e scontri per strada con fucili e pistole – FOTO

Blitz nel quartiere di Reggio Calabria: borsoni e zaini per spostare le armi, guanti per non lasciare tracce. Trovati panetti di tritolo

Pubblicato il: 28/03/2025 – 11:29
di Mariateresa Ripolo
Arghillà come il far west: regolamenti di conti e scontri per strada con fucili e pistole – FOTO

REGGIO CALABRIA Un vero e proprio arsenale da guerra composto da fucili, pistole, munizioni e non solo. Il sequestro più allarmante, nell’ambito del blitz dei carabinieri che questa mattina ha portato all’arresto di nove persone, ha riguardato il ritrovamento di panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici. Il quartiere Arghillà di Reggio Calabria si conferma, ancora una volta, centro nevralgico per i gruppi criminali che ne hanno fatto un deposito.
L’indagine è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria tra novembre 2024 e marzo 2025, sotto il coordinamento della Procura di Reggio Calabria. Nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari emerge il sistema utilizzato dal gruppo per trasportare e occultare le armi, utilizzate per minacciare e compiere atti intimidatori. Secondo il gip, era Cosimo Bevilacqua ad esercitare «funzioni “direttive” nei confronti dei coindagati, a cui demandava la materiale detenzione delle armi».

armi arghillà

Le armi occultate nei borsoni e nascosti nei garage

Utilizzavano borsoni e zaini per spostare le armi, guanti per non lasciare tracce mentre maneggiavano fucili, munizioni e recuperavano bossoli. Nelle immagini video diffuse dai carabinieri si vede come le armi e i panetti di tritolo fossero occultati all’interno di intercapedini e bidoni.

Le armi – scrive il gip – venivano «platealmente ostentate in pubblico». Le azioni del gruppo sono state immortalate nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nel quartiere nell’ambito di altri procedimenti penali. Come emerge «grazie all’analisi dei filmati acquisiti, è stato possibile accertare come numerosi soggetti, alcuni dei quali identificati negli odierni indagati, siano riusciti nel tempo ad entrare nella disponibilità di svariate armi da sparo – sia fucili che pistole – e le abbiano in plurime occasioni sia spostate che utilizzate, in particolare al fine di compiere condotte intimidatorie». Le armi venivano prese e occultate tramite un sistema che prevedeva l’utilizzo di «sentinelle». In alcune immagini si osservano gli indagati depositare dei borsoni di colore blu all’interno di un garage-cantina. Luogo che nelle ore successive verrà setacciato dai militari che troveranno al suo interno una doppietta calibro 16 con matricola abrasa e colpi in canna, un fucile, svariate cartucce, un pugnale di 23 centimetri.

Minacce e intimidazioni

L’indagine ha dimostrato inoltre come il traffico di armi fosse strettamente collegato ad altre attività illecite, tra cui estorsioni e regolamenti di conti, per risolvere insomma controversie tra gruppi rivali e per atti intimidatori, contribuendo a un clima di forte tensione nel quartiere reggino. A dimostrazione di ciò ci sono le immagini che immortalano momenti di forte tensione tra diversi soggetti della comunità Rom il 13 marzo 2025, quando Alessandro Fiore Bevilacqua imbraccia un fucile e lo punta al volto di Armando Damiano Morello, mentre Massimo e Domenico Bevilacqua sopraggiungono armati di pistola. Le telecamere riprendono l’intera scena, anche quando gli animi vengono stemperati e tutto finisce fortunatamente senza conseguenze. Momenti che si consumano in strada, in pieno pomeriggio. (m.ripolo@corrierecal.it)

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