Catanzaro e la Calabria accompagnano Traversa nel viaggio verso l’eternità: «Ci ritroveremo»
Commozione ai funerali del leader del centrodestra. L’arcivescovo Maniago: «Uniti nell’abbraccio». Wanda Ferro: «Cercava soluzioni, non conflitti»

CATANZARO «Viviamo nella grande speranza che la sua eredità non sarà perduta, ma anche nella speranza che lo rivedremo, ed è una speranza che nasce dalla Pasqua, l’idea che le persone non si perdono ma rimangono e le ritroveremo. Ci ritroveremo insieme». Nelle parole dell’arcivescovo Claudio Maniago è racchiuso il senso dell’ultimo saluto di Catanzaro e della Calabria a Michele Traversa, il leader del centrodestra scomparso venerdì sera. Commozione profonda e intensa ai funerali celebrati nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro, nella quale sono convenuti in tantissimi, per accompagnare nel viaggio eterno uno dei politici che ha maggiormente impresso con la sua azione la storia politica degli ultimi 50 anni nel capoluogo e in Calabria, un uomo di destra che però nella sua azione è andato ben al di là degli steccati di schieramento facendosi amare per la correttezza, la concretezza e la capacità di servire l’interesse collettivo. Un politico che ha unito, e anche per questo ai funerali hanno partecipato, oltre a tantissimi cittadini, gli esponenti – grandi e giovani – della parte politica di Traversa, il centrodestra, ma anche tanti suoi avversari – mai nemici – che hanno voluto testimoniare anche in questa occasione il rispetto per un politico che è stato assessore regionale, parlamentare, sindaco ed ex presidente della Provincia di Catanzaro: a salutare Traversa tanti rappresentanti delle istituzioni, dal sindaco Nicola Fiorita, con la fascia tricolore, al presidente della Provincia Mario Amedeo Mormile, fino al vicepresidente della Regione Filippo Pietropaolo, e tra gli altri gli ex presidenti della Regione Agazio Loiero e Mario Oliverio, e l’ex presidente della Provincia Enzo Bruno. Presenti anche Doris Lo Moro e Mario Tassone.

L’omelia dell’arcivescovo Maniago
Molto toccante l’omelia dell’arcivescovo Maniago: «Da una parte viviamo un dolore per una persona cara, per i suoi affetti ma anche per quello che ha fatto, quindi un dolore carico di riconoscenza, dall’altro siamo qui per dire che tutto quello che è stato seminato non andrà perduto. Del resto, chi dedica tutte le sue forze per un ideale è consapevole che quello che fa serve anche ben oltre la sua vita. Nel profondo quindi viviamo nella grande speranza che la sua eredità non sarà perduta, verto, ma anche nella speranza che lo rivedremo, ed è una speranza che nasce proprio dalla Pasqua, l’idea che le persone non si perdono ma rimangono e le ritroveremo. Ci ritroveremo insieme. Ma – ha proseguito l’arcivescovo Maniago – c’è un altro messaggio importante che dobbiamo raccogliere da questo momento che ci vede uniti nell’abbraccio a questo fratello: abbiamo presente il grande insegnamento della Passione di Gesù e la Passione di Gesù è un grande dolore ma anche un grande amore, per l’umanità e per la bellezza delle persone e della vita umana. La chiesa ci invita a vivere la Passione di Gesù e ci invita a vivere anche la stessa dedizione, Dobbiamo credere, oltre che nel Signore, anche a ideali forti, a un mondo dove solidarietà e pace siano i pilastri, il bene comune sia la passione di tutti, una passione che è amore e dedizione e anche disponibilità alla fatica e anche alla sofferenza. Non ho conosciuto l’onorevole Traversa ma in questi giorni dalle tante testimonianze che ho sentito o letto mi porta a dire che era un uomo appassionato, che ha vissuto il suo impegno per la società civile con passione, tanto da saperla comunicare agli altri, anche alle persone che politicamente parlando sono state avversarie ma che umanamente parlando sono state unite dal fatto che questa passione non si può che condividere».
Il ricordo di Wanda Ferro
Il clou dell’emozione poi con il ricordo di Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno ed erede politica e morale di Traversa: «Oggi Catanzaro piange uno dei suoi figli più illustri. Io perdo un maestro, un amico, un padre politico. Michele per me è stato tutto. Grazie alla sua fiducia ho mosso i primi passi nelle istituzioni. Mi ha insegnato che la politica non è un mestiere ma una missione da vivere con passione, dedizione e rigore. La sua opera più amata, il Parco della biodiversità, è il simbolo concreto del suo modo di intendere una cosa pubblica, un luogo di bellezza, aperto, curato, per la comunità. Ovunque – ha proseguito Wanda Ferro – ha lasciato un segno, un’opera realizzata, un progetto portato a termine, un giovane aiutato a crescere, una comunità ascoltata. Michele aveva un dono raro: sapeva unire. Non era divisivo, cercava soluzioni, non conflitti. Dialogava con tutti, ascoltava tutti, coinvolgeva tutti. L’uomo che ha cercato sempre e comunque di non essere un uomo di successo è stato certamente un uomo di valore. Oggi Michele ci lascia una grande eredità. Cosa resta di questa eredità? Resta nelle opere che ha realizzato, resta della grande emozione che ci unisce, resta in chi ha imparato da lui che la politica si fa con umiltà, rispetto e amore per la propria terra». (c. a.)
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