Risvolti politici e non, le Amministrative in Calabria ai raggi X
Il punto dopo il deposito delle liste dei candidati. Un test per centrodestra e centrosinistra. La variabile socialista. I “grandi” ritorni

LAMEZIA TERME Un voto parziale, molto parziale, che riguarda poco meno del 5% della Calabria. Le elezioni amministrative del 25 e 26 maggio riguarderanno meno di una ventina di Comuni della nostra regione, solo quattro dei quali – Lamezia Terme, Rende, Cassano Jonio e Isola Capo Rizzuto – oltre i 15 abitanti e quindi con la possibilità del ballottaggio (in programma l’8 e 9 giugno insieme ai referendum). Nel dettaglio, urne aperte in provincia di Catanzaro a Jacurso, Maida, Petronà, Cropani oltre che a Lamezia, in provincia di Cosenza a Cetraro, Paola e Scalea oltre che a Rende e Cassano Jonio, in provincia di Crotone a Melissa, oltre che a Isola Capo Rizzuto, in provincia di Reggio Calabria a Marina di Gioiosa Jonica, Melito Porto Salvo; San Lorenzo e Scilla e a Spadola in provincia di Vibo Valentia. “Depennati” rispetto alle previsioni invece tre Comuni per i quali nel frattempo è intervenuto lo scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta disposto dal Consiglio dei ministri: Badolato, Casabona e San Luca. In tre due Comuni invece si torna al voto dopo la fine del commissariamento conseguente allo scioglimento per mafia: Rende e Scilla. Un voto comunque parziale ma con diversi spunti di interesse, anche politico. Ecco un punto dopo il deposito delle liste dei candidati.
I risvolti politici
L’aspetto prettamente politico riguarda soprattutto i Comuni più grandi, a partire da Lamezia Terme e da Rende. Non si vota, in questa tornata, in nessun capoluogo di provincia ma le elezioni in questi centri sicuramente saranno un “test” e daranno indicazioni anche per i prossimi appuntamenti, che saranno particolarmente importanti nel 2026, che sarà l’anno in cui probabilmente si terranno anche le Regionali oltre che Amministrative in capoluoghi come Reggio e Crotone (salvi stravolgimenti in altre città, assolutamente da non escludere). Sul piano politico, ovviamente, l’attenzione è polarizzata soprattutto da Lamezia Terme e Rende, che indubbiamente hanno risvolti di grande rilievo. A Lamezia Terme sono tre i candidati sindaco – Doris Lo Moro, Mario Murone e Gianpaolo Bevilacqua – e due di loro espressione delle due coalizioni tradizionali, il centrodestra (Murone) e il centrosinistra (Lo Moro). L’amministrazione uscente è di centrodestra, e dunque lo schieramento che governa anche alla Regione ha un doppio interesse: quello di confermarsi alla guida di una città strategica in Calabria e quello di stoppare la filiera dei governi di centrosinistra nelle principali città calabresi (il centrosinistra guida 4 capoluoghi di provincia e anche Corigliano Rossano). Come in una partita allo specchio, perfettamente contrari gli obiettivi de centrosinistra: vincendo a Lamezia Terme allungherebbero quella filiera e strapperebbero un altro Comune al centrodestra, pur essendo opposizione alla Regione. Quanto a Rende, lo schema è un po’ diverso: qui il centrodestra si presenta con la coalizione classica e un candidato sindaco unitario, Marco Ghionna – mentre sono tre i candidati sindaco riconducibili all’area del centrosinistra – il leader socialista Sandro Principe, Giovanni Bilotti (peraltro sostenuto anche da arre di centrodestra) e Rossella Gallo (M5S). Rende inoltre ha un certo rilievo perché al recente referendum per la nascita della “Grande Cosenza” – la città unica che doveva nascere dalla fusione con Cosenza e Castrolibero – ha espresso un netto no, stroncando il disegno del centrodestra ma anche di parte del centrosinistra. Anche negli altri Comuni calabresi nei quali si voterà a fine maggio la catalogazione dei candidati e delle relative coalizioni è molto più difficile, perché, tra dinamiche territoriali, civismo dominante e opportunità politiche di vario genere, gli schieramenti si presentano spesso frammentati e scomposti, appoggiando a volte candidati persino contrapposti. Da valutare con attenzione comunque sarà anche il risultato di Azione, che alla Regione è con la maggioranza di centrodestra: i calendiani a Lamezia sostengono la candidata sindaco del centrosinistra Doris Lo Moro, a Rende sostengono il candidato sindaco Sandro Principe, a Cetraro il candidato sindaco di una sorta di polo di centro-centrosinistra Giuseppe Aieta. Particolarmente curioso poi un dato territoriale che comunque ha un risvolto politico importante: il fatto che si voterà in alcuni dei Comuni più rappresentativi della fascia tirrenica del Cosentino.
La variabile socialista
Altri spunti per così dire politici. Questa tornata elettorale registra una particolare “variabile” socialista, nel senso di diversi candidati sindaco espressione di quell’area politica che oggi è sparpagliata nelle varie coalizioni ma che in Calabria resta sempre molto forte: giusto per fare alcuni nomi di candidati sindaco, ecco Principe a Rende, Aieta a Cetraro, Roberto Perrotta a Paola, e anche Carmen Gaudiano a Cassano potrebbe essere ricompresa essendo fortemente sostenuta da Gianni Papasso, sindaco cassanese per due mandati e volto storico del Psi in Calabria, e che ha come competitor Gianpaolo Iacobini, sostenuto dal centrodestra e soprattutto dall’assessore regionale e coordinator provinciale di Forza Italia Gianluca Gallo, anch’egli già sindaco di Cassano. Ma il 25-26 maggio è anche un voto che segna diversi “ritorni di fiamma”, vale a dire politici che ritentano la conquista della carica di sindaco nei Comuni che hanno già amministrato in passato: Lo Moro a Lamezia, e poi Principe e Aieta.
Il “caso” San Luca
Infine, di sicuro interesse vedere come finirà nei Comuni nei quali si torna a votare dopo il commissariamento seguito allo scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta, come Rende e Scilla. Invece, ancora una volta non si voterà a San Luca, ormai un caso nazionale perché tra scioglimenti per la penetrazione delle cosche e urne chiuse per mancanza di candidati sindaco in pratica negli ultimi 15 anni si è avuta solo un’elezione, che peraltro ha dato vita a una consiliatura a sua volta finita sotto inchiesta. Si resta in attesa che lo Stato si ricordi di San Luca (e in generale della Calabria), che finalmente qualche pregiudizio sparisca e che finalmente si metta mano seriamente alla normativa sugli scioglimenti per mafia evitando di colpevolizzare anche gli innocenti. (cantisani@corrierecal.it)
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